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sabato 26 novembre 2011

Fascì (PdCI): E’ un delitto chiedere Giustizia?


Oggi purtroppo si ha questa impressione. Il pianeta Giustizia, infatti, stà vivendo un momento di grave difficoltà. Forse c’era da aspettarselo. Un sistema elettorale da terzo mondo, la crisi della Politica hanno contribuito a portare al Governo dell’Italia, in quest’ultimo decennio, un ceto politico privo di senso dello Stato. Così, i servizi sociali, le strutture dello Stato sono diventati, un costo. Quindi, la medicina: tagliare i costi. Sò bene di scandire concetti banali, ma non riesco a dare una spiegazione più nobile alle decisioni assunte in questi ultimi anni dal Parlamento e dal Governo. A pensare male verrebbe da ipotizzare un’altra logica che è quella di smantellare lo Stato nelle sue fondamenta per poter affidare i servizi essenziali ai privati; il ché fa pari con un’altra parola molto di moda oggi: business. Guardando ai provvedimenti adottati - come già per la scuola e l’università – in tema di Giustizia non vi è altra interpretazione possibile. In questa logica è stato introdotto l’istituto della “Mediazione civile”. Alias la privatizzazione della Giustizia. L’approvazione di questa legge è stata preceduta da una campagna stampa, degna della migliore epoca fascista: “la giustizia costa troppo”, “dobbiamo ridurre il carico di lavoro dei magistrati”, “dobbiamo snellire la burocrazia giudiziaria”, “dirimere i conflitti”. Così, il Governo ha trovato la medicina: il cittadino che ritiene di aver un diritto violato, prima di rivolgersi al Tribunale competente deve – rivolgersi ai “Centri di Mediazione”. Secondo la campagna pubblicitaria il costo è quasi nullo: euro 48,00. Una bazzecola. Purtroppo, la realtà è ben diversa in quanto ogni cittadino che si rivolge al mediatore deve corrispondere un onorario a tariffa che varia a secondo del valore della controversia ma che può arrivare a varie migliaia di euro. Comunque sempre intorno a varie centinaia di euro.
Ma c’è di più. La Mediazione è stata resa dal Legislatore obbligatoria.
Ritengo personalmente – ma non solo io – che l’obbligatorietà della mediazione stride fortemente con i principi costituzionali. Peraltro è davvero inconcepibile che si possa affidare al mediatore – cioè ad un’istituzione privata – l’esito di diritti di alto valore sociale come per esempio quelli patrimoniali e in generale relativi ai diritti reali. Sì perché oggi il mediatore ha competenza in materia di “divisione ereditaria”, di “usucapione”, in generale sui “diritti reali”. Cioè può incidere sul “diritto di proprietà”.
Ma ciò è possibile nel sistema dei diritti civili oggi vigente e codificato nel Codice Civile? Mi permetto di sollevare forti e profondi dubbi.
Ma la voce modesta di un Avvocato, potrebbe essere marginale se non fosse che è della medesima opinione anche il Conservatore dei Registri Immobiliari il quale ha già e più volte evidenziato che la Conservatoria non trascriverà i verbali di divisione ereditaria e di trasferimento di proprietà per usucapione. Per un’ovvia ma sostanziale ragione: il “Verbale di Mediazione” non rientra tra i titoli necessari per la trascrizione di cui all’art. 2643 Codice Civile.
Opinione, che oggi trova anche conferma giurisprudenziale. Infatti, il Tribunale di Roma, ha stabilito che il verbale redatto in sede di procedimento di mediazione ch accerta l’avvenuta usucapione non può essere trascritto; il Verbale di conciliazione avente ad oggetto l’accertamento dell’acquisto del diritto di proprietà o di altro diritto reale di godimento per intervenuta usucapione non è titolo idoneo alla trascrizione il verbale di conciliazione avente ad oggetto l’accertamento dell’acquisto del diritto di proprietà o di altro diritto reale di godimento per intervenuta usucapione.  Cioè il Governo ha avuto tanta fretta di privatizzare la Giustizia che non si è accorto che vi era un articolo del Codice Civile che ne vietava gli effetti e non ha provveduto a modificarlo con l’ovvia conseguenza che si hanno vigenti due norme tra di loro contrapposte. E’ l’esempio emblematico della sclerotizzazione della Giustizia.
In buona sostanza:
a)     il cittadino è obbligato a rivolgersi al Mediatore Civile;
b)    ma se ottiene la conciliazione non può utilizzare il verbale ed è costretto lo stesso a rivolgersi al Tribunale od al Notaio e spendere nuovamente altri soldi.
Davvero pazzesco ed incredibile per uno stato serio. Siamo alla sclerotizzazione della Giustizia.
Ma c’è di più. Girando su Internet si può vedere che uno di questi Centri di Mediazione, ciò nonostante, ancora fa pubblicità sostenendo che presso i centri di questo istituto è possibile trascrivere i Verbali di Mediazione grazie ad una rete di Notai associati (insomma siamo arrivati al punto che la Giustizia è diventata come un oggetto che si vende al Mercatino, al miglior offerente). E’ il segno tangibile dell’epoca del berlusconismo; epoca che và assolutamente superata e sconfitta, per ridare dignità allo Stato e dare tutela ai cittadini tutti a partire dai più deboli.
Per questo non possiamo accettare questo declino e sollecitiamo l’indignazione collettiva, non solo dell’Avvocatura ma di tutti gli operatori di Giustizia.

Lorenzo Fascì – Avvocato - Segretario dì Provinciale del PdCI

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