Visita il nuovo sito Italia Inchieste

E' ONLINE IL NOSTRO NUOVO SITO ITALIA INCHIESTE (http://italiainchieste.it/) CON PIU' NOTIZIE, PIU' SPAZIO PER I LETTORI, PIU' INTERATTIVITA', VIDEO E NOVITA'... VI ASPETTIAMO!!!

lunedì 21 novembre 2011

ADICO: le news

Precarietà sempre più diffusa, il 70% dei contratti è a tempo determinato. Boom degli incarichi stagionali

21 novembre 2011
Sempre più precario e molto spesso solo stagionale. È questo il quadro del mondo del lavoro, come fotografato dall’indagine trimestrale Excelsior, il sistema informativo di Unioncamere e Ministero del Lavoro. Il bollettino, che raccoglie i dati sui dipendenti che le imprese italiane intendono reclutare, sottolinea come delle quasi 92 mila assunzioni programmate quelle a tempo indeterminato saranno poco più del 29%, mentre i contratti a termine, stagionali o di altro tipo, saranno quasi il 71%, ovvero ben più dei due terzi.
Ma a preoccupare di più è la crescita degli impieghi stagionali, destinati a concludersi nell’arco di pochi mesi, se non addirittura di settimane: ormai rappresentano circa la metà delle occupazione non fisse. Il ricorso a rapporti di lavoro deboli secondo l’indagine «riflette un atteggiamento di maggior prudenza delle imprese», probabilmente «dettato dal cambiamento dello scenario economico verificatori negli ultimi mesi».
Quindi le aziende per l’ultima parte dell’anno creeranno occupazione precisamente per 91.800 persone, un numero lievemente inferiore rispetto allo stesso periodo del 2010. Le cifre più interessanti riguardano le modalità di reclutamento. Nel dettaglio il 29,1% (26.713) avrà un posto fisso, il 62,8% (57.650) un contratto a tempo determinato e il 4,7% (4.314) sarà assunto attraverso l’apprendistato. A spiccare è, però, il numero dei contratti stagionali, ovvero di breve se non brevissime durata, che rappresenteranno quasi un terzo delle assunzioni totali (31,3%) e la metà di quelle a tempo.
Il quadro non cambia neppure se si escludono i contratti stagionali. Così facendo l’incidenza degli impieghi «stabili» sale al 42%, ma, spiega il bollettino Excelsior, comunque risultano in calo. D’altra parte anche saltando da un settore all’altro, o dal Nord al Sud «anche nelle migliori situazioni si arriva, al massimo, a un terzo circa del totale» di assunti a tempo indeterminato. E, specifica la stessa indagine, «le poche eccezioni al di spora della media , ad esempio per comprato o provincia, riguardano attività minori per consistenza numerica».
Come se non bastasse l’indagine fa notare che, tra il totale delle assunzioni a termine, incluse quelle stagionali, solo una «quota molto modesta (di poco superiore al 10%)» è finalizzata ad approfondire «la prova» dei candidati in vista della trasformazione a tempo indeterminato del rapporto di lavoro. Il dato la dice lunga su cosa c’è da attendersi, «prefigurando nei mesi a venire una quota di stabilizzazione dei rapporti ugualmente bassa».

Fonte: il sole24ore.it


Dilaga la peste suina africana. Ue: niente esportazioni dalla Sardegna


20 novembre 2011
Entrerà in vigore il prossimo dicembre, la decisione dei capi veterinari dei 27 Stati membri dell’Ue, di sospendere le esportazioni dalla Sardegna di prodotti a base di carne di suino.
La decisione scatterà nel momento in cui il provvedimento europeo verrà pubblicato sulla Gazzetta ufficiale dell’Ue. Lo indicano all’agenzia Ansa fonti comunitarie, precisando: «La misura, che sarà pubblicata tra tre o quattro settimane, è stata presa in seguito alla recrudescenza di focolai di peste suina africana in Sardegna, ormai l’ultima regione europea in cui la malattia, da 32 anni, non è stata ancora debellata».
La sospensione delle esportazioni di carni suine sarde è quindi legata alla situazione epidemiologica e, appena la decisione sarà pubblicata dall’Ue, il ministero della Sanità sarà tenuto a emanare indicazioni precise in linea con quelle adottate dalla Commissione europea.

fonte: il messaggero.it



Bankitalia: sofferenze cresciute del 40%. In un anno passate da 73 a 102 miliardi


20 novembre 2011
Quasi 30 miliardi di euro in più in un anno: di tanto sono cresciute le sofferenze per le banche italiane, passate dai 72,9 miliardi di fine settembre 2010 ai 102 miliardi di fine settembre 2011. L’incremento in termini percentuali è del 39,9%. È la fotografia scattata dalla Banca d’Italia nel supplemento “Moneta e banche”.
Le sofferenze sono, di fatto, prestiti la cui riscossione da parte della banca erogatrice diventa difficile e incerta. Il peso più consistente (oltre la metà del totale) risulta a carico delle società non finanziarie, ossia le imprese, a cui risultano iscritti 66,6 miliardi a fine settembre 2011. Erano 47,6 miliardi a settembre dello scorso anno, con un incremento del 39,9%.
In chiara difficoltà anche le famiglie consumatrici con 24 miliardi (contro i 16,4 miliardi del 2010, +46,3%) e infine le famiglie produttrici con 9,9 miliardi (7,8 miliardi un anno fa, +16,2%). Complessivamente, nello stesso periodo i prestiti risultano in leggero aumento (+3,6%), passando da 1.914 miliardi di fine settembre 2010 a 1.984 miliardi di fine settembre 2011, evidenziando così un netto scarto fra il boom registrato dalle sofferenze e la timida crescita del credito erogato.

Spunti tratti da: la repubblica.it

Nessun commento:

Posta un commento

Puoi commentare questa notizia.