(ASCA) - Roma, 17 mag - L'attivita' mafiosa nella quattro regioni di origine (Sicilia, Calabria, Campania e Puglia) e' causa di un mancato sviluppo equivalente al 15-20% del Pil. E' quanto mette in rilievo la relazione annuale della Commissione parlamentare antimafia. A lanciare l'allarme anche sui costi economici della criminalita' organizzata e sul mancato sviluppo del nostro Mezzogiorno e' stato oggi il presidente dell'organismo parlamentare, Beppe Pisanu che ha ricordato che ''il 53% dei referenti del sistema Confindustria del Mezzogiorno reputa la propria area territoriale molto insicura e il 42% attribuisce questa insicurezza alla criminalita' organizzata e alla illegalita' diffusa. E' accertato, inoltre, che circa un terzo delle imprese meridionali - ha poi aggiunto Pisanu nella sua relazione - subisce una qualche influenza delle mafie, con dati che oscillano tra il 53% della Calabria e il 18% della Puglia''. ''Certamente una piccola quota di popolazione meridionale partecipa in forme diverse alle attivita' criminali. Ma quella che piu' inquieta e' la cosiddetta 'zona grigia' - ha lanciato l'allarme Pisanu - che spesso abbiamo incontrato nelle nostre indagini. Ne fanno parte persone generalmente insospettabili e dotate di competenze imprenditoriali, finanziarie, giuridiche, istituzionali e politiche che, nel loro insieme, costituiscono il filtro indispensabile per far passare enormi capitali dall'economia criminale all'economia legale''.
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