“Non c’è peggiore sordo di chi non voglia ascoltare. E
nel caso di Poste spa, verrebbe seriamente di pensare se non sia il caso che lo
Stato organizzi in maniera diversa i servizi postali sul territorio”.
Lo afferma in una dichiarazione il segretario-questore
del Consiglio regionale, Giovani Nucera, che si dice “solidale con la
popolazione di Campoli di Caulonia, ancora una volta costretta a subire
l’amputazione secca della chiusura di
uffici postali la cui utenza è essenzialmente costituita da centinaia di
persone anziane e spesso residenti in zone collinare o montane di quel
territorio, impossibilitati di fatto a percepire persino le pensioni. E’ una
situazione inaccettabile – prosegue Giovanni Nucera – frutto di piani
industriali costruiti a tavolino senza tenere conto che vi sono regioni come la
Calabria, con una particolarissima orografia del territorio, in questo caso, chiamate a fornire un tributo
di lacrime e sangue senza neppure essere state consultate sulle ricadute di queste scelte decise altrove.
Ecco perché sono vicino a chi si ribella, protesta, come lo fanno i cittadini
di Campoli, che si trovano nella pessima situazione di dovere subire scelte
gravi per quel che riguarda la loro condizione di vita ai quali la politica ha
il dovere di indicare le iniziative istituzionali utili per cambiare, almeno in
Calabria, decisioni assurde e dannose”.
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