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venerdì 28 dicembre 2012

Last News Calabria (ore 13:50)

IMMIGRATI: ISTAT, IN 10 ANNI OLTRE 3,9 MLN DI INGRESSI IN ITALIA/RPT (TITOLO E TESTO CORRETTO) Roma, 28 dic. (Adnkronos) - Dal 2002 al 2011 i flussi in ingresso di cittadini stranieri hanno superato i tre milioni e mezzo di unita'. Lo afferma il rapporto Istat sulle "Migrazioni internazionali e interne della popolazione residente". Circa un milione di iscrizioni riguardano i soli cittadini rumeni, seguono le comunita' albanese (278 mila iscritti), marocchina (258 mila), ucraina (215 mila) e cinese (150 mila); un flusso grosso modo costante, anche se "dopo il picco registrato nel 2007, le iscrizioni dall'estero mostrano una tendenza alla diminuzione che si protrae fino al 2011, anno in cui si registra una contrazione del 13,8% sull'anno precedente", sottolinea l'Istituto. Inoltre, tra il 2002 e il 2011 si riscontrano complessivamente 580 mila uscite dal paese, di cui 175 mila relative a cittadini stranieri. Sono 405.000 circa gli italiani che** sono rientrati in patria negli ultimi dieci anni**. "Nel 2011 si rilevano circa 31 mila 500 rimpatri di cittadini italiani -dettaglia l'Istat- contro oltre 50 mila espatri. Ne consegue un saldo migratorio con l'estero negativo (-0,3 per mille) e generalizzato su tutto il territorio, con la sola eccezione della Calabria (+0,1 per mille residenti). Nel bilancio tra ritorni e abbandoni di italiani l'area del Paese con il saldo negativo piu' elevato e' il Nord-est (-0,4 per mille), che precede la ripartizione delle Isole (-0,3 per mille). L'area meno colpita e' invece il Sud (-0,1 per mille)".


PD: CALABRIA, POLEMICHE SU COMMISSARIO CANDIDATO A PRIMARIE (AGI) - Catanzaro, 28 dic. - E' polemica, in Calabria, alla vigilia delle elezioni primarie per la scelta dei candidati asl parlamento. Cesare Marini, deputato uscente, ha rinunciato alla candidatura parlando di "primarie farsa" e di risultato gia' scritto a tavolino. Malumori si registrano a Reggio Calabria, dove tra le candidature alle primarie spicca quella del presidente del partito, Rosy Bindi, mentre a Catanzaro, la polemica e' concentrata contro il commissario regionale, Alfredo D'Attorre, e la sua decisione di correre a sua volta per la "nomination" in vista della candidatura al Parlamento, svestendo, quindi, i panni di uomo "super partes".  "La sua candidatura e' un'impostura politica ed e' un furto per la democrazia calabrese" dice Fernanda Gigliotti, candidata e rappresentante del gruppo" 25 aprile". "Alfredo D'Attore non mi ha mai chiesto di ritirarmi dalla primarie, - aggiunge - cosi' come nessuno dei sindaci e dei coordinatori dei circoli del PD della provincia di Catanzaro hanno chiesto a lui di candidarsi". La candidatura di D'Attorre, dice, "e' un'impostura perche' dietro il tentativo di farla passare come un suo personale sacrificio si nasconde chi, travestito da arbitro, ha fatto di tutto per far vincere una squadra, fino ad indossarne la maglia e a segnare il "goal decisivo" a Catanzaro, come a Reggio. Tutto questo - secondo Gigliotti - dimostrando scarsa considerazione per la classe dirigente che in quei territori lavora, che il territorio conosce ed apprezza e per tutti i calabresi che hanno il diritto di essere rappresentati da donne ed uomini che abbiano radici forti nella terra di Calabria. E' un furto per la democrazia perche' la sua candidatura e' l'ennesimo "tombino" in cui far cadere la rappresentativita' dei calabresi. E non e' possibile parlare di democrazia e di confronto aperto, - continua - se ci si affronta senza lealta' partendo da posizioni ben diverse, una delle quali nettamente piu' debole e svantaggiata rispetto all'altra". D'Attorre, secondo Gigliotti, "ha accuratamente evitato di applicare il regolamento per la selezione dei candidati, proponendo la rosa che piu' gli e' stata funzionale e che dovrebbe anche consentire una graduale e naturale defezione". L'art. 4 comma 3 e 4 del regolamento - ricorda Gigliotti - prevedeva infatti, che "le rose dei candidati devono rispettare il principio della parita' di genere e rispondere a criteri di radicamento territoriale, proiezione nazionale, competenza e apertura alla societa'". Dunque, aggiunge, "se questo regolamento fosse stato applicato, il primo a dovere essere eliminato dalla rosa dei candidati sarebbe stato proprio Alfredo D'Attorre la cui candidatura non risponde al primo ed essenziale criterio cui le primarie stesse si ispirano: il radicamento territoriale. La mia canditura, quindi, resta in piedi malgrado tutto cio' poiche' spero che le primarie democratiche di sabato, malgrado il tentativo di farle restare una cosa per pochi intimi, possano essere un momento di grande partecipazione, e possano ridare fiducia al nostro elettorato. Anche perche' il 24 febbraio non ci saranno le preferenze, ma i voti calabresi - conclude - conteranno comunque e siamo curiosi di capire come sara' spiegato a Roma un risultato magari piu' "debole" di quello atteso, dovuto a candidati che la Calabria non conosce e che della Calabria ignorano tutto o quasi".

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