'Ndrangheta/ Processo 'Fehida', domani sentenza d'appello Sono 43 gli imputati processati con rito abbreviato - Reggio Calabria, 5 lug. (TMNews) - C'è attesa a Reggio Calabria per la sentenza di appello nel procedimento 'Fehida' scaturito dall'operazione anti-'ndrangheta contro le cosche di San Luca da anni in lotta per il controllo del territorio. Sono 43 gli imputati che hanno deciso di essere processati con il rito abbreviato, in primo grado il gup di Reggio Calabria aveva inflitto 159 anni di carcere. Ma per i pm della Procura generale quelle pene sono troppo basse. Per questo motivo i sostituti procuratori generali Federico Perrone Capano e Adriana Finiani hanno chiesto oltre 400 anni di carcere per tutti gli imputati. Tra le richieste più pesanti spicca quella nei confronti di Santo Vottari assolto in primo grado ma ritenuto dagli inquirenti l'assassino di Maria Strangio, moglie del presunto boss Gianluca Nirta, uccisa a San Luca il giorno di Natale del 2006. Un episodio questo ritenuto dagli inquirenti il motivo scatenante che portò nel Ferragosto successivo alla strage di Duisburg. Tra le richieste di condanna ci sono anche quelle nei confronti di Achille Marmo e Giovanni Strangio di cui i due fratelli sono stati uccisi nella strage di Ferragosto.E intanto, anche nella Locride si attende la sentenza per altri quattordici imputati che, nello stesso procedimento, hanno scelto invece di essere giudicati con rito ordinario. La Corte d'Assise di Locri, presieduta da Bruno Muscolo, infatti, è in camera di consiglio già da sabato scorso. Al termine della requisitoria, il Procuratore aggiunto della Dda di Reggio Calabria, Nicola Gratteri, aveva chiesto nove ergastoli e 70 anni di reclusione per tredici imputati ed un'assoluzione. Uno degli ergastoli riguarda Giovanni Strangio, il trentaduenne che, per gli inquirenti, è l'autore materiale della strage di Duisburg. La sentenza è prevista per questo fine settimana.
REGGIO CALABRIA: INTESA PREFETTURA-PROVINCIA PER LOTTA A INFILTRAZIONI IN APPALTI PUBBLICI (2) (Adnkronos) - ''Il nostro obiettivo -ha ribadito il prefetto Luigi Varratta - e' prevenire le infiltrazioni nelle attivita' economiche da un lato, e aiutare i comuni dall'altro, fornendo loro supporto nella gestione delle gare pubbliche. Anche grazie a questo tipo di attivita' con la Stazione unica appaltante -ha aggiunto- recuperiamo dal territorio alcuni elementi di preoccupazione. Molti sono i comuni sciolti per mafia, numerosi quelli monitorati con le commissioni di accesso. Il sogno del prefetto e' vedere tutti i 97 comuni della Provincia amministrati da un sindaco, ma abbiamo parecchi segnali preoccupanti''. Soddisfatto per l'iniziativa il presidente della Provincia di Reggio Calabria, Giuseppe Raffa, che ha definito il protocollo firmato oggi una buona pratica. Il principale inquilino di palazzo Foti, che era accompagnato dalla dirigente della Suap Maria Grazia Blefari, ha poi proposto una riflessione sui contenziosi spesso sollevati dalle imprese, che si risolvono davanti al Tar anche con pronuncia in direzione contraria rispetto alle determinazioni della prefettura. Una pratica che provoca anche allungamento dei tempi nella realizzazione delle opere e una lievitazione dei costi.
REGGIO CALABRIA: INTESA PREFETTURA-PROVINCIA PER LOTTA A INFILTRAZIONI IN APPALTI PUBBLICI Reggio Calabria, 5 lug. (Adnkronos) - La prefettura di Reggio Calabria e le amministrazioni locali migliorano gli strumenti per la lotta alla criminalita' organizzata e per impermeabilizzare il piu' possibile gli appalti pubblici, che spesso fanno gola all'imprenditoria sporca legata alle cosche. Questa mattina il prefetto Luigi Varratta e il presidente della Provincia reggina Giuseppe Raffa hanno siglato un protocollo d'intesa che inserisce tre nuovi elementi rispetto alla convenzione gia' firmata in precedenza sulla Stazione unica appaltante provinciale. ''La Sua e' nata in Calabria e si sta diffondendo in tutto il Paese'' ha affermato il prefetto Varratta, che ha poi aggiunto che ''gli strumenti possono essere sempre migliorati''. L'accordo siglato questa mattina apre al coinvolgimento della Stazione unica appaltante nel gruppo interforze, coordinato dalla prefettura, che scambia informazioni su imprese e procedure interessate agli appalti pubblici. Il secondo aspetto riguarda l'estensione della competenza della Sua anche a forniture di beni e servizi al di sotto della soglia minima di 150mila euro. Infine, saranno stringenti i controlli antimafia sulle imprese e i fornitori, che si estende anche, ad esempio, ai trasportatori di calcestruzzo e ferro, alla guardiania, ai trasporti in discarica, alla gestione dei rifiuti. La Stazione unica appaltante potra' chiedere la risoluzione del contratto all'impresa aggiudicataria, in caso di inadempimento delle prescrizioni, e sara' obbligata a denunciarla all'autorita' giudiziaria.
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