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venerdì 7 settembre 2012

69.a Mostra del Cinema di Venezia: "Un giorno speciale" ma non da applausi


A dir la verità, ci si aspettava qualcosa di diverso. In concorso per "Venezia 69", "Un giorno speciale" ha certamente deluso le attese. Sarà stata l'ora mattutina, giornalisticamente poco proficua, o la stanchezza che affiora dopo tanti giorni di proiezioni, ma la netta sensazione é che il film di Francesca Comencini sia povero di novità, preziosismi cinematografici, brio e contenuti.
Il tema é il lavoro giovanile, costruito su un casuale incontro tra due giovani, lui al primo giorno di lavoro come autista di un parlamentare, lei aspirante attrice che deve incotrare lo stesso uomo politico per ricevere la proverbiale "spintarella" e sbarcare in TV.
Nulla da dire sui due giovani attori: brillanti, spotanei, simpatici, leggeri, un gran merito tenendo conto della storia. Marco ha il compito di accompagnare la bella ragazza con l'auto di servizio all'incontro con il capo. Gina, che in principio resta sulle sue,ben presto coinvolge nelle sue follie il giovane autista.
Già a metà mattina c'é un lungo bacio, in pratica i due sono già innamorati, e la cosa stride un po' con il prosieguo della storia. Dopo una giornata insieme, trascorsa da fidanzati, arriva il momento dell'appuntamento con il politico. Finale scontato, lei si "piega" ai suoi voleri e poi torna a casa senza parlare. Lui comprende tutto e lascia il lavoro che sua madre gli aveva procurato con tanta fatica e con l'aiuto di un prete amico.

Il modo di affrontare il disagio giovanile riguardo al tema lavoro appare scontato: i ragazzi gridano "no alle raccomandazioni" ma poi si piegano alle necessità. Una visione semplicistica del problema. Evidenziare il potere del politico appare stucchevole come evitare di ragionare sulla schiera di ragazzi italiani in gamba che grazie a questo tran tran sta solo a guardare o é costretta a lasciare il Paese.

L'unico messaggio trasmesso é negativo: l'amore nascente sacrificato sull'altare di una carriera da conquistare a suon di raccomandazioni e schiene piegate al potere. Di film del genere ne avremmo fatto volentieri a meno.

Pasquale Zumbo

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