Sinapupunan. Beh,
se devo essere sincero, per un'ora almeno non ci ho capito molto. Ovvero. Avevo
la sensazione che Sinapupunan fosse alla stregua di un documentario, molto ben
fatto, sulle Filippine. Scene su scene infatti non sembravano altro che focus
on su usi e costumi di quel popolo. Solo sullo sfondo appariva la storia
portante, quella di Shaleha e Bangas -An, sposati ma senza figli. Shaleha,
infatti, negli anni aveva avuto tre parti spontanei e Bangas-An non aveva
potuto avere il tanto desiderato figlio. Così la richiesta dell'uomo:
"Consentimi di prendere moglie per avere un figlio mio". Il figlio è
infatti segno della benevolenza divina. Lei, silenziosa, acconsente. Inizia
così il suo lungo percorso alla ricerca della donna giusta da far sposare al marito.
In questo, il forte affresco sulla società che, alla fine, risulterà decisivo
per comprendere l'amore incondizionato di Shaleha per Bangas-An.
'interpretazione
di Nora Aunor è fantastica, dirompente, icona di una condizione socio-economica
difficile. Trovare una donna "fertile", infatti, vuol dire anche
accettare il pagamento di una dote che risulta sempre oltre le loro possibilità.
Ottima anche
la performance di Bembol Roco, nei panni di Bangas-An, autorevole nel ruolo
dell'uomo forte della società filippina ma che ha lati di dolcezza e fragilità
non trascurabili.
L'opera del regista
Brillante Mendoza ha tinte forti. La scena iniziale, un vero e proprio parto
ripreso nei particolari, fa capire il tono del film: qui si rappresenta la
verità senza filtri. E infatti, le immagini "colorite" non sono certo
mancate, come il taglio della testa di un manzo "in diretta", con
copiosi schizzi di sangue, e il secondo parto, quello del figlio di Bangas-An,
anch'esso senza filtro alcuno.
Il taglio a
mo' di documentario è reso anche dalle riprese "mosse" e dalle lunghe
pause con i coniugi più volte seduti ad attendere le "papabili"
promesse spose.
Nel complesso
un film ben fatto, toccante, in cui emergono chiaramente le differenze sociali
ed economiche, la povertà diffusa, la differenza tra la dedizione di Shaleha e la
giovane sfrontatezza di Mersila, la nuova sposa di Bangas-An.
Poetico e
struggente il finale. Shaleha sa bene che, alla nascita del bambino, dovrà
abbandonare il suo amato ma sceglie di aiutare Mersilia a partorire. Appena
estratto, lo coccola, lo abbraccia, lo sento come suo. Bangas -An la riporta
alla realtà, chiedendole di affidare il bambino alla madre. Sarà l'ultimo,
lungo sguardo tra i due.
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