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giovedì 18 novembre 2010

Last news Calabria del 17 novembre


RAI: MARONI, LA 'NDRANGHETA AL NORD? E' SCOPERTA ACQUA CALDA (AGI) - Roma, 17 nov. - "Al nord la mafia c'e', la 'ndrangheta c'e', la camorra c'e', e' chiaro, ma sentir dire che il loro referente politico in quelle regioni e' la Lega mi ha fatto fare un balzo sulla sedia, mi da' il voltastomaco". Intervistato da Matrix, il ministro dell'Interno Roberto Maroni torna sulle accuse di Roberto Saviano nel giorno dell'arresto del boss Antonio Iovine e dell'allarme lanciato sulla Dia sulle collusioni imprenditori-criminalita' organizzata in Lombardia. "La Dia e' parte del ministero dell'Interno - premette il ministro - la relazione e' semestrale, non di oggi" e si riferisce ad "una situazione che conosciamo bene e seguiamo con grande attenzione: e' proprio per evitare infiltrazioni che abbiamo introdotto tutta una serie di norme rigorosissime". Il problema e' che "dove c'e' la ricchezza, c'e' la criminalita' organizzata che infiltra l'economia sana, distruggendola, per trarne profitti illeciti. Ma dire, come ha detto Saviano, che la 'ndrangheta interloquisce con la Lega e' un'enormita', una balla: io non sopporto chi generalizza e butta fango su di me o sul mio partito senza avere la minima possibilita' di affermare che quello che dice e' vero. La ndrangheta al nord e' la scoperta dell'acqua calda, io sono di Varese e nel '90 proprio a Varese ci fu il primo grande processo contro la ndrangheta, chiamato 'Isola felice': la 'ndrangheta ha i suoi affari in Lombardia, purtroppo, in Germania, negli Stati Uniti e nel resto del mondo, ma la testa o parte della testa e' ancora in Calabria".

LARATTA (PD), GRAVISSIMA SITUAZIONE FINANZE COMUNE REGGIO (ASCA) - Reggio Calabria, 17 nov - ''Gravissima la situazione finanziaria del Comune di Reggio Calabria. Ora il ministro Maroni non scappi via come ha fatto in occasione della nostra interpellanza urgente sulle bombe ed i Misteri di Reggio''. Lo ha dichiarato Franco laratta, deputato del Pd. ''Maroni venga in Aula a rispondere all'interpellanza di Franceschini e di noi altri parlamentari in merito alla disastrosa situazione finanziaria del comune di Reggio Calabria - dice Laratta - che sta mettendo in ginocchio l'economia e le imprese della citta', mentre i cittadini saranno presto costretti a pagare di piu' per avere meno servizi''. ''Meraviglia il silenzio del presidente Scopelliti, fino a qualche mese fa sindaco della citta' di Reggio - conclude Laratta - che, invece, farebbe bene a fare chiarezza sulla drammatica situazione del Comune, che finora e' stata sempre sottaciuta se non smentita''.
'NDRANGHETA: DDA MILANO, VERSO RICHIESTA IMMEDIATO PER 180 (ANSA) - MILANO 17 NOV - La dda milanese chiedera' di processare con rito immediato le circa 180 persone coinvolte nella maxi inchiesta che ha decapitato i vertici delle cosche. Cosche che dalla terra d'origine avevano esteso i loro tentacoli soprattutto in Lombardia, con infiltrazioni nelle imprese fino a cercare di arrivare a mettere le mani sull'Expo. E' questo l'orientamento del Procuratore aggiunto Ilda Boccassini che insieme ai pm Alessandra Dolci e Paolo Storari ha coordinato, insieme alla dda calabrese, le indagini condotte in particolare dai carabinieri di Monza e Reggio Calabria e dal Ros e che lo scorso luglio, con oltre 300 arresti in tutta Italia, hanno dato un duro colpo all' 'ndrangheta. La richiesta di giudizio immediato, che negli ambienti giudiziari viene giudicata come ''un segnale molto forte'', visto il numero degli indagati, dovrebbe arrivare, salvo imprevisti, entro la meta' di gennaio se non prima e prelude, se accolta, all'apertura in tempi rapidi di un maxiprocesso. Tempi rapidi in quando a causa del rito si salterebbe la fase dell'udienza preliminare. L'inchiesta che ha 'disarticolato' e 'destrutturato' l' associazione mafiosa al Nord, ha consentito di documentare come la 'ndrangheta in questi ultimi anni ha ''cambiato pelle'': non solo perche' in Lombardia e' diventata ''mafia imprenditrice'' con infiltrazioni anche nel mondo delle istituzioni e della politica, ma anche per le sue caratteristiche di organizzazione, ''unitaria, verticistica e piramidale''. Infatti a luglio si sono spalancate le porte del carcere non solo per i 'capi' come Pino Neri e Pasquale Zappia (ritenuto il responsabile del 'mandamento' Lombardia) e Cosimo Barranca, ma anche per personaggi come l'ex direttore sanitario della Asl di Pavia Carlo Chiriaco e gli imprenditori come i Perego, mentre alcuni politici, seppur di secondo piano, sono finiti indagati. E ancora: lo scorso mese sono state arrestate altre persone legate alle cosche tra cui un sindaco e un avvocato. Intanto, in vista della richiesta di giudizio immediato inquirenti e investigatori continuano ad effettuare accertamenti e interrogatori. Per domani, per esempio, e' stato fissato quello dell'imprenditore Ivano Perego.

SAVIANO: DIVINA (LN), ACCUSO' NDRANGHETA SU MELE TRENTINO POI RITRATTO', E' RECIDIVO IN FATTO DI DICHIARAZIONI IRRAZIONALI (ANSA) - TRENTO, 17 NOV - ''In una interrogazione al ministro della giustizia del 13 luglio scorso, ebbi a ricordare come lo scrittore Saviano invitato al Festival dell' Economia di Trento, dichiarava che 'la 'ndrangheta voleva le mele trentine e - sempre parole di Saviano - con l'aiuto dei mediatori del posto stava per controllare il mercato. I mafiosi affermo' lo scrittore sono pure qui, tra le mele del Trentino e dalla Calabria tramite mediatori trentini le famiglie dell'Aspromonte hanno tentato di inserirsi nella gestione e distribuzione delle mele trentine''. Lo rende noto il senatore della Lega Nord, Sergio Divina ricordando che poco dopo ''lo stesso Saviano ritrattava le sue spregiudicate affermazioni dicendo che ''voleva solo creare allarme e sensibilizzare i Trentini sui temi della criminalita' organizzata'. Come e' accaduto nella trasmissione televisiva con Fabio Fazio''. Per il senatore della Lega ''a parte la scarsa credibilita' della ''rivelazione'' di Saviano, rimane il problema che nella nostra televisione pubblica si consente a persone 'recidive' in fatto di dichiarazioni irrazionali, di divulgare le proprie convinzioni (senza alcun contraddittorio doveroso) come fossero fonti di notizie appurate''. Anche se l'argomento criminalita' organizzata ''e' assolutamente da gestire con la massima attenzione, come pare faccia il Governo ed il Ministro Maroni, non sembra opportuno - aggiunge Divina - consentire di fare facile allarmismo, anche se poi smentito dallo stesso soggetto, su una materia di tale sensibilita'. Ci si aspetta - conclude - che chi di dovere intervenga per ripristinare un minimo di regole e di serieta'''.

'NDRANGHETA: ALLARME DIA, LEGAMI CON AZIENDE LOMBARDE COSCHE CONDIZIONANO VITA ECONOMICA E POLITICA, VIGILARE SU EXPO (di Matteo Guidelli) (ANSA) - ROMA, 17 NOV - La 'Ndrangheta condiziona la vita sociale, economica e politica della Lombardia, stringendo legami con le aziende e infiltrandosi negli appalti pubblici. Nel pieno dello scontro tra il ministro dell'Interno Roberto Maroni e lo scrittore Roberto Saviano, la Direzione investigativa antimafia lancia l'allarme sulla ''costante e progressiva'' evoluzione delle cosche calabresi nelle regioni del nord Italia. Quella che la Dia fotografa nella relazione inviata al Parlamento e relativa ai primi sei mesi del 2010, e' una realta' che non lascia dubbi: le cosche hanno messo radici nelle aree piu' produttive del paese grazie alla ''consolidata presenza'' di alcuni degli esponenti delle famiglie storiche di 'Ndrangheta. Lo hanno fatto in Piemonte e in Liguria, in Veneto ed in Emilia Romagna ma soprattutto in Lombardia. Ed e' cosi' che, nel corso degli anni, si e' andata affermando una vera e propria ''mafia imprenditrice calabrese'' che ha gia' messo gli occhi e forse anche le mani sulle opere dell'Expo 2015. Per questo, dice la Dia, serve un ''razionale programma di prevenzione'' che blocchi le infiltrazioni e che coinvolga non solo forze di polizia e magistrati ma tutta la societa' civile. I metodi per infiltrarsi nel tessuto sociale lombardo dalle cosche, sono gli stessi utilizzati in Calabria: la costante ricerca del consenso e l'assoggettamento, attraverso le minacce e le estorsioni. Cosi' facendo gli imprenditori mafiosi ''interagiscono con gli ambienti imprenditoriali'' sani; da un lato trascinando le cosche ''nelle attivita' produttive'' e dall'altro ''collegandole con ignari settori della pubblica amministrazione, che possono favorirne i disegni economici''. Come? Attraverso ''propri e sfuggenti cartelli di imprese - dice la Dia - che si infiltrano nel sistema degli appalti pubblici, nel combinato settore del movimento terra e in alcuni segmenti dell'edilizia privata, come il multiforme comparto delle cosiddette 'opere di urbanizzazione'''. Ma le imprese controllate dai boss offrono anche vantaggi concreti agli imprenditori e alle amministrazioni pubbliche, utilizzando il ricorso al massimo ribasso nelle gare d'appalto e garantendo la realizzazione dei lavori in tempi rapidi, fattore di importanza decisiva'' nei contratti. Questa strategia, annota la Dia, fa si' che il ''condizionamento ambientale'' della 'Ndrangheta in certi contesti lombardi e' talmente forte da esser riuscito ''a modificare sensibilmente le dinamiche degli appalti, proiettando nel sistema legale illeciti proventi e ponendo le basi per ulteriori imprese criminali''. Da questo contesto non e' esente da responsabilita' la politica visto che ''taluni compartimenti della criminalita' organizzata sono riusciti ad interagire'' con settori della pubblica amministrazione. Non a caso le operazioni 'Parco Sud' e 'Cerberus' della Gdf, hanno portato alla luce ''il coinvolgimento di alcuni personaggi, rappresentati da pubblici amministratori locali e tecnici del settore che, mantenendo fede con talune significative componenti organicamente inserite nelle cosche, hanno agevolato l'assegnazioni di appalti ed assestato oblique vicende amministrative''. Veri e propri legami tra mafia e politica, dunque, emersi dall'indagine che ha consentito di individuare nella zona sud ovest di Milano alcune diramazioni delle 'ndrine Barbaro-Papalia e che ha portato all'arresto del vice presidente di una Spa, dell'ex sindaco di Trezzano sul Naviglio, del vertice del Cda di aziende pubbliche impegnate nella gestione delle risorse idriche nel milanese e di un componente del consiglio comunale e di un geometra dello stesso comune di Trezzano. C'e' pero' un ulteriore elemento che meglio di ogni altro conferma come ormai sia profondo l'intreccio tra economia mafiosa ed economia legale, tra cosche e politica: e' la ''pacifica accettazione'' da parte di una fetta della societa', che imprese ''riconducibili a cartelli calabresi'' operino nei settori dell'edilizia pubblica e privata. ''Il movimento terra resta allo stato attuale l'attivita' principalmente controllata dalle compagini calabresi - scrive la Dia - a tal punto che e' diventato fisiologico per le ditte esecutrici di interventi edilizi rivolgersi a determinate ditte per l'esecuzione di tali attivita', assicurando peraltro al committente una sorta di garanzia sull'esecuzione dei lavori senza ulteriori interferenze''.

'NDRAGHETA: GOLFO, SERVONO LE DONNE AL CENTRO STRATEGIA ANTIMAFIA (AGI) - Roma, 17 nov - "I dati emersi dalla Relazione Semestrale della Dia sulla 'femminilizzazione' dei vertici mafiosi non mi stupiscono. Mesi fa, all'indomani delle immagini che in tutti i Tg mostravano le donne calabresi inveire contro l'arresto del boss della 'ndrangheta Giovanni Tegano, ho denunciato con forza il fenomeno con un articolo al Corriere della Sera". Lo scrive in una nota Lella Golfo, Presidente della Fondazione Marisa Bellisario e deputato Pdl eletta in Calabria. "Purtroppo, assistiamo a una sorta di 'emancipazione femminile' al contrario - continua - su cui bisogna riflettere e intervenire con tempestivita'. Piu' che per gli uomini, infatti, per queste nuove 'manager della 'ndrangheta', la strada dell'illegalita' puo' essere una scelta di 'carriera', una scorciatoia per raggiungere traguardi altrimenti faticosi. A cio' bisogna aggiungere che, oltre ad essere 'forza lavoro qualificata', queste donne madri consapevoli e scolarizzate che educano i loro figli alla venerazione del 'dio denaro a qualunque costo', all'illegalita', al disprezzo dello Stato e delle forze dell'ordine. Da calabrese orgogliosa che da anni si batte per riconoscere il merito delle donne, dico dobbiamo condannare con forza quelle donne e mostrare i tanti esempi positivi che la Calabria ha. E vorrei che in questa condanna senza appello le tante calabresi che militano nelle forze dell'ordine e nelle istituzioni, nella magistratura e in politica, le imprenditrici oneste e le madri coraggiose si uniscano 'senza se e senza ma'. Per questo, come Presidente della Fondazione Bellisario, mi sono impegnata a realizzare a breve a Reggio Calabria un incontro e ho gia' avuto la disponibilita' del Ministro dell'Interno Maroni e del Ministro della Giustizia Alfano, che tanti risultati hanno ottenuto contro la criminalita' organizzata. Alla luce anche dei dati emersi della Relazione semestrale della Dia - conclude l'Onorevole Golfo - diventa ancora piu' importante e urgente affrontare il fenomeno mafioso alla luce del ruolo che le donne vi hanno conquistato. E in questo senso certamente le donne che sul territorio lavorano con impegno e senso dello Stato, possono e devono essere le prime e piu' efficaci agenti della lotta contro la mafia e la 'ndrangheta. Dal loro esempio ma anche dalla loro capacita' di comprensione e lettura dei fenomeni mafiosi, dipende anche la vittoria contro la criminalita' che dobbiamo e possiamo ottenere".

UNIVERSITA':GEOLOGI,ITALIA FRANA E SI TAGLIANO 25 DIP. SU 31 (ANSA) - ROMA, 17 NOV - In un Paese al 70% a rischio idrogeologico elevato - rischio che riguarda 5.581 Comuni, la totalita' del territorio di Calabria, Umbria e Valle d'Aosta, il 99% delle Marche e il 98% della Toscana - il disegno di legge di riforma dell'univerisita' ''mette limitazioni al numero di docenti e ricercatori delle Scienze della Terra, che non esistono in altri Paesi, e sancisce la scomparsa di 25 dipartimenti di Scienze della Terra su 31''. E' quanto lamenta l'Ordine dei Geologi, in una nota sottoscritta anche da dieci rappresentanti dei dipartimenti da Nord a Sud, in vista della ripresa, il 23 novembre, del dibattito alla Camera dei Deputati sul ddl di riforma dell'universita'. ''Ironia della sorte - sottolineano i geologi - proprio nella ricorrenza del sisma del 1980 in Irpinia e Basilicata''. Con un gran numero di pensionamenti nei prossimi anni e un blocco del turn-over 'de facto', sottolineano i geologi, ''appare chiaro che il ddl mettere a repentaglio l'esistenza di molti dipartimenti universitari non solo nell'ambito delle Scienze della Terra ma anche in altre aree scientifico-disciplinari, che rappresentano nelle identita' culturali preziose per lo sviluppo e la formazione scientifica in Italia. Criticita' amplificata nelle aree di ricerca piu' piccole''. Da qui la richiesta ''di tutta la comunita' dei geologi italiani'' di modifica al comma 2 lettera b) dell'articolo 2 del ddl n.3687.

ANAS: GRILLO (PDL), SI APRE NUOVA STAGIONE PER ENTE Roma, 17 nov. - (Adnkronos) - ''L'audizione del presidente Ciucci e' stata senza dubbio soddisfacente ed ha permesso di chiarire una serie di questioni importanti e cruciali per lo sviluppo del nostro settore autostradale e per il futuro di Anas. Certamente uno degli aspetti piu' interessanti emersi oggi riguarda il modello di governance che l'Anas adesso dovra' praticare, alla luce della politica di rigore che il governo ha stabilito''. Ad affermarlo in una nota e' il senatore del gruppo Pdl, Luigi Grillo, presidente della Commissione Lavori Pubblici e Comunicazioni. L'ente, infatti, rileva Grillo, ''sara' costretto a reperire risorse sul mercato attraverso l'obbligo di pedaggiare la gran parte delle strade che gestisce e che ovviamente sono pedaggiabili e delle autostrade. In questo senso possiamo parlare di una nuova stagione dell'Anas. L'audizione ha inoltre permesso di fare chiarezza sullo stato dell'arte del Ponte dello Stretto di Messina, un'operazione in project dove il 40 per cento delle risorse sara' statale, attraverso il contributo di societa' controllate interamente dallo Stato, mentre per quanto riguarda il restante 60 per cento sara' ricavato dalla gestione del ponte stesso e quindi da risorse private provenienti dalle tariffe''. Infine per quanto riguarda la situazione dell'autostrada Salerno-Reggio Calabria il presidente Ciucci, aggiunge Grillo, ''ha confermato che sono stati ultimati 210 chilometri, mentre per altri 160 chilometri si e' gia' provveduto ad aprire i cantieri, che saranno ultimati nel dicembre 2013. Rispetto a questi c'e' gia' la copertura finanziaria attraverso il ricorso a risorse statali. All'appello mancano quindi soltanto 60 chilometri, che sono in via di progettazione e per i quali occorrono reperire ancora 2 miliardi e mezzo. Quello che e' certo pero' e' che entro il 2013 saranno terminati 370 chilometri di autostrada, ponendo cosi' una seria ipoteca sulla conclusione dell'ormai decennale polemica riguardante la realizzazione della Salerno-Reggio Calabria'' conclude.

REGGIO C./PROVINCIA: BATTAGLIA, SBLOCCATI FONDI REGIONALI VIABILITA' (ASCA) - Reggio Calabria, 17 nov - ''L'incontro ha permesso di sbloccare finanziamenti per quasi 10 milioni di euro, che riguardano il completamento della strada pedemontana nella Piana di Gioia Tauro e la strada di collegamento tra Delianuova e Gioia Tauro''. Lo ha detto Mimmo Battaglia, assessore aalla Viabilita' della Provincia di Reggio Calabria, dopo la missione catanzarese, dove ha incontrato il direttore generale dell'Assessorato regionale ai Lavori Pubbilci, Giovanni Lagana'. Gli importi sono cosi' ripartiti: 6 milioni di euro per il collegamento Delianuova-Gioia Tauro e 3 per la pedemontana della Piana, ed ulteriori risorse destinate a fronteggiare l'emergenza maltempo dei giorni scorsi. ''Si tratta di un risultato estremamente importante, con il quale oltre al raggiungimento degli obiettivi immediati - ha aggiunto l'assessore Battaglia - sono state gettate le basi per ulteriori previsioni di interventi in provincia di Reggio Calabria. Con Giovanni Lagana', infatti, abbiamo deciso di instaurare un confronto permanente che ci consentira' di concludere entro l'anno in corso importanti questioni riguardanti la realizzazione di opere gia' previste che potranno cosi' trovare soluzione''.

'NDRANGHETA:MANI DELLE COSCHE SU APPALTI A REGGIO,7 ARRESTI INDAGINE DIA,INTERDETTI 30 IMPRENDITORI CHE SI SPARTIVANO LAVORI (di Ezio De Domenico) (ANSA) - REGGIO CALABRIA, 17 NOV - Le mani delle cosche su una miriade di lavori pubblici a Reggio Calabria, con una spartizione scientifica degli appalti e dei relativi proventi. E' il quadro che emerge dall'operazione Entourage condotta dalla Dia con l'arresto di sette persone e l'interdizione per due mesi di trenta imprenditori. L'inchiesta ha consentito di scoprire che la 'ndrangheta e gli imprenditori che ne erano la diramazione avevano costituito un ''cartello'' che si sarebbe diviso gli appalti banditi dal Comune e dalla Provincia di Reggio Calabria e da alcuni comuni del Reggino. Undici gli appalti per i quali la Dia, in un arco di tempo compreso tra il 2005 ed il 2007, ha acquisito la prova della spartizione, ma le indagini proseguono per accertare se il ''cartello'' abbia condizionato l'assegnazione di altri lavori. Si tratta di appalti di importi non esorbitanti, ma che messi insieme raggiungono i cinque milioni di euro. Il controllo degli appalti avveniva, secondo quanto e' stato puntualizzato da magistrati ed investigatori, senza alcun coinvolgimento ne' di amministratori pubblici o politici, ne' di funzionari degli enti locali interessati. A dividersi gli appalti sarebbero state due cosche storiche di Reggio Calabria, i Libri e gli Imerti-Condello. Alla prima apparterrebbero tre degli arrestati, Antonino Votano, di 44 anni, Stefano Pasquale Suraci, di 53, e Francesco Gregorio Quattrone, anche lui di 53 anni. Al secondo gruppo sarebbe affiliato un altro degli arrestati, Francesco Ranieri, di 61 anni. Sono tutti accusati di associazione mafiosa. Ma un nome di spicco tra gli arrestati e' quello del costruttore Pietro Siclari, di 63 anni, accusato di estorsione aggravata. Siclari ha accumulato una fortuna costruendo immobili ed affittandoli. Una persona estremamente determinata al punto che in un'occasione costrinse un suo dipendente a dimettersi ed a consegnargli la liquidazione. E questo per rivelarsi del danno subito a causa di una rapina messa in atto ai suoi danni da Antonio Cutri', di 38 anni, figlio del suo stesso dipendente e arrestato con l'accusa proprio di rapina aggravata. I pm che hanno condotto l'inchiesta, Antonio De Bernardo e Giuseppe Bontempo, avevano chiesto l'arresto di 13 persone, ma il gip ha accolto la richiesta per sette. E tra coloro per i quali non e' stato disposto l'arresto c'e' anche qualcuno degli imprenditori che hanno subito la misura interdittiva. Nell'abitazione di uno di questi, Walter Tedesco, sono state scoperte marche da bollo e timbri falsi che venivano usati per confezionare le partecipazioni alle aste da parte delle imprese. ''Da questa indagine - ha detto il Procuratore della Repubblica, Giuseppe Pignatone - emerge uno spaccato di come abbiano agito in citta' alcune imprese per dividersi gli appalti pubblici''. Le indagini hanno consentito di fornire un'ulteriore conferma di quello che e' un dato storico della criminalita' di Reggio Calabria: lo stretto rapporto che e' sempre esistito tra imprenditori e mafiosi per dividersi la ''torta'' degli appalti pubblici. Con la complicita' di quel mondo della politica che, pero', in quest'ultima inchiesta, non compare

'NDRANGHETA: DIA, VERTICI MAFIE SEMPRE PIU' ROSA UOMINI LATITANTI O DETENUTI,ASCESA DONNE CLAN CALABRIA E SICILIA (di Massimo Nestico') (ANSA) - ROMA, 17 NOV - Un tempo saldamente in mani maschili, i posti di vertice delle gerarchie della mafia e della 'ndrangheta si stanno tingendo sempre piu' di rosa. L'ascesa dei boss 'in gonnella' - spesso a causa della latitanza o della detenzione dei loro congiunti - e' segnalato dalla Dia (Direzione distrettuale antimafia) nella relazione del primo semestre del 2010. La relazione parla di ''centralita' della figura femminile'' nella struttura della 'ndrangheta, dimostrata anche dal fatto che nel primo semestre di quest'anno sono state arrestate ben sette donne. E, sottolinea la Dia, ''dalle condotte declinate nei provvedimenti giudiziari, si e' evidenziato che esse non sono piu' raffrontabili alle passate figure delle cosiddette 'sorelle d'omerta'', incaricate, secondo la tradizione 'ndranghetista, di fornire mera assistenza agli associati, ma hanno assunto un significativo ruolo di 'parte attiva', in particolare nella gestione del patrimonio della cosca''. Le sette arrestate facevano parte della cosca Pesce di Reggio Calabria: avevano, tra l'altro, anche il compito di reinvestire i proventi illeciti del clan. Scendendo dalla Calabria alla Sicilia, le figure femminili continuano ad essere centrali nelle dinamiche mafiose. ''Pur se non formalmente affiliate - sottolinea la Dia - le donne di Cosa Nostra hanno assunto un peso di notevole rilevanza, risultando coinvolte negli affari delle 'famiglie' e beneficiando dei vantaggi, non solo economici, derivanti dal potere dell'assoggettamento e delle attivita' illecite''. L'evoluzione di questi ruoli, causata dalla disarticolazione dei quadri dei sodalizi, ''ha lasciato emergere figure di donne emancipate dal contesto familiare, capaci di autodeterminarsi ed ispiratrici di strategie criminali''. Cosi' nel tempo Giusy Vitale (poi collaboratrice di giustizia) guadagno' la reggenza della famiglia di Partinico; Mariangela Di Trapani, moglie di Salvino Madonia, impartiva direttive sulle attivita' della cosca, intervenendo sulla nomina dei capi e dei reggenti; Emanuela Gelardi, l'anziana vedova di Francesco 'Ciccio' Madonia, custodiva le chiavi della cassaforte contenente il denaro della cosca; Rosalia Di Trapani, moglie di Salvatore Lo Piccolo, curava gli interessi del clan durante la latitanza dei congiunti. (ANSA).

COSENZA: DECEDUTO BENITO FALVO, STORICO DIRIGENTE MSI (ASCA) - Cosenza, 17 nov - Si e' spento oggi a Cosenza, all'eta' di 86 anni, Benito Falvo, dirigente storico della destra cosentina. I finerali si svolgeranno domani o dopodomani in citta'. Da giovane aderi al Msi-Dn per il quale fu eletto, a soli 29 anni, consigliere comunale di Cosenza. Nel 1970 fu eletto consigliere regionale, carica che ricopri' sino al 1980. Nel 1994, fu eletto con un consenso straordinario nel collegio di Cosenza , alla Camera dei Deputati, nonostante il suo antagonista fosse Pietro Mancini , figlio dell'allora Sindaco , Giacomo . ''Si tratta di una grave perdita per il mondo politico calabrese- hanno detto il presidente della Regione GIuseppe Scopelliti, coordinatore regionale del pdl, ed il vice coordinatore Antonio Gentile- di un uomo coerente e perbene, stimato da tutti , avversari politici compresi. Uomo che ha fatto della sua coerenza- proseguono Scopelliti e Gentile - il suo leit motiv, non rinnegando mai le sue radici, ma lottando per l'affermazione della destra sociale Ai figli-concludono Scopelliti e Gentile- giungano le nostre piu' sentite condoglianze per un lutto che colpisce la Calabria e che rappresenta un momento triste per la nobile tradizione politica cosentina''.

DIA: DAL LAZIO AL PIEMONTE, LA 'NDRANGHETA CRESCE NEL CENTRO-NORD (AGI) - Roma, 17 nov. - Un'organizzazione federata con solidi riferimenti in Calabria, ma dagli interessi forti nel Lazio in Lombardia e persino in Toscana, Emilia Romagna, Piemonte, e Liguria. Questa la 'ndrangheta cosi' come descritta nel rapporto della Dia riferito al primo semestre 2010 e illustrato oggi al Parlamento. "L'analisi delle dinamiche macrocriminali riscontrate nella regione Lazio - si legge nel rapporto - ha confermato l'interesse della 'ndrangheta verso i contesti economici ed imprenditoriali della Capitale e del Sud Pontino, attraverso l'acquisizione di imprese commerciali, talvolta sfociata in gestioni quasi monopolistiche di taluni settori quali, ad esempio, il comparto ortofrutticolo ove conseguire u consistente potere gestionale nella commercializzazione di determinati prodotti". Di qui la scelta del Mof, mercato ortofrutticolo di Fondi, quale luogo deputato a stringere "sinergie tra organizzazioni calabresi, campane e siciliane". Gli esiti dell'operazione "Sud Pontino", portata a termine dalla Dia e dalla Polizia di Stato nel maggio scorso, "hanno confermato le sinergie criminali da tempo instaurate con pacifica e strutturata convivenza tra cosa nostra, camorra e 'ndrangheta tese a monopolizzare l'attivita' nel settore ortofrutticolo". - La Toscana si e' confermata nella prima meta' dell'anno territorio d'elezione di "qualificate propaggini della 'ndrangheta". Edilizia e ristorazione sono gli ambiti di interesse primario dell'organizzazione criminale calabrese nella regione, ma le 'ndrine sono sempre piu' presenti nei centri commerciali e nel settore dell'intermediazione finanziaria. - In Liguria le 'ndrine sono tradizionalmente presenti nel capoluogo, nel ponente ligure e nella Riviera di levante. Traffico di stupefacenti, estorsione, usura e gioco d'azzardo, sfruttamento della prostituzione nonche' il controllo dei locali notturni sono gli interessi principali della 'ndrangheta in questa regione. Ma, si legge sempre nel rapporto della Dia, "non meno importante e' la significativa presenza, attraverso l'impiego di capitali di incerta provenienza, nei campi dell'imprenditoria edile (il movimento di terra e l'edilizia sia pubblica che privata), nonche' nello smaltimento dei rifiuti", dove le 'ndrine "hanno dimostrato di possedere mezzi e strutture tali da poter partecipare a gare per l'aggiudicazione di importanti appalti". - Il Piemonte e' la regione scelta dalle 'ndrine del vibonese, della locride e dell'area ionica e tirrenica della provincia di Reggio Calabria. Per la Dia, "l'interesse nel settore degli appalti pubblici, attraverso imprese controllate, costituisce uno degli obiettivi primari della 'ndrangheta nella regione".

'NDRANGHETA: IN PIEMONTE LE BANDE MANTENGONO 'BASSO PROFILO' (V. '''NDRANGHETA: DIA, INTERAZIONE...'' DELLE 13:44) (ANSA) - TORINO, 17 NOV - Mantengono un ''basso profilo'' le bande di malavitosi legate alla 'ndrangheta che operano in Piemonte: le bande (in gergo chiamate ''locali'') si dedicano alle proprie lucrose attivita', dalla droga al riciclaggio, ''limitando le azioni eclatanti'' per ''non suscitare allarme sociale'' e non attirare l'attenzione delle forze dell'ordine. E' la fotografia della 'ndrangheta in Piemonte cosi' come emerge dai rapporti di Carabinieri e Guardia di finanza. Secondo queste analisi la criminalita' di matrice calabrese controlla il mercato dell'usura (si parla di prestiti ad interessi che toccano il 200% all'anno) ma si occupa anche di riciclaggio, investendo il ricavato del narcotraffico in attivita' imprenditoriali che ''si infiltrano nel tessuto socio-economico''. I 'locali' (strutture che coordinano le gang su base familiare, note come 'ndrine) sono collegate alle bande stanziate in Calabria ma godono di una relativa autonomia, tanto da poter gestire ''pericolose sinergie'' con le nuove mafie straniere. Sono concentrate soprattutto nei paesi della cintura nord del Torinese e nella zona di Novara. Il 2010 ha fatto registrare operazioni importanti da parte delle forze dell'ordine e della magistratura. Lo scorso giugno e' stato notificato dai Carabinieri un ordine di custodia a un boss, Domenico Marando, che dal carcere di Rebibbia, dove era detenuto, riusciva a dirigere gli affari della propria cosca. La Dia ha arrestato diversi fiancheggiatori e, in totale, ha recuperato circa trenta milioni di euro. Le rivelazioni di alcuni collaboratori di giustizia, infine, hanno permesso di ridisegnare la mappa delle cosche e persino di fare luce su fatti di sangue del passato su cui non si avevano che vaghe notizie.

'NDRANGHETA:VESCOVO LOCRI,SENZA AZIONE STATO NON SI DECAPITA INTERVISTA A 'JESUS', OFFRIRE ALTERNATIVA A MODELLO MAFIA (ANSA) - ROMA, 17 NOV - ''Quando sui giornali leggiamo che hanno decapitato una organizzazione criminale, in realta' non hanno decapitato niente, perche' queste organizzazioni si rigenerano. Non e' la singola persona che conta, ma l'apparato, la mentalita' ''. Sono le parole del vescovo di Locri, Giuseppe Morosini, intervistato da Jesus sulla natura delle mafie e sul rapporto tra Chiesa e 'ndrangheta in Aspromonte. Parole estremamente attuali, sulla scorta sia delle risultanze della relazione semestrale della Dia, rese note oggi, sia delle polemiche sorte dopo le dichiarazioni di Saviano a 'Parla con me'. L'articolo si intitola 'Braccio di ferro intorno al Santuario'. A luglio, le immagini di un vertice dei boss della malavita calabrese nel santuario della Madonna di Polsi, riprese di nascosto nell'ambito di un'inchiesta della Dda di Reggio Calabria e Milano, sono finite in tutti i tg. Subito dopo Morosini scrisse una lettera-aperta ai boss per chiedere loro di non ''umiliare'' piu' la fede della gente con le loro riunioni nel Santuario. ''Il problema della mafia e della 'ndrangheta - afferma oggi il prelato a Jesus - e' un problema culturale''. E questa ''mentalita' durera' fino a quando lo Stato non si presentera' sul territorio con il suo 'volto amorevole' ''. Morosini spiega bene questo concetto: ''Finche' i ragazzi - dice - vedranno lo Stato soltanto attraverso la divisa di un carabiniere o di un poliziotto che va a prendere il loro padre, il loro fratello, il loro zio per portarli in carcere e non come qualcosa che provvede a creare centri di aggregazione e strutture sportive; finche' non presentiamo un modello di vita che non e' quello del mafiosetto che ostenta la macchina di lusso per far vedere che ha denaro in tasca, non ci puo' essere cambiamento''.

REGGIO CALABRIA: COCAINA NEL PORTABAGAGLI ALL'IMBARCO PER LA SICILIA, UN ARRESTO Reggio Calabria, 17 nov. (Adnkronos) - La Guardia di Finanza ha sequestrato nei giorni scorsi 1,4 chili di cocaina trovata del doppiofondo del portabagagli di un'automobile. L'uomo che conduceva il mezzo. R. G. di 32 anni originario di Plati', si stava dirigendo verso gli imbarcaderi di Villa San Giovanni. Notata la sua andatura incerta, i finanzieri lo hanno fermato per un controllo. I cani antidroga hanno fiutato la sostanza, nonostante fosse chiusa in un panetto contornata di caffe' e grasso per sviare le eventuali tracce, e l'hanno segnalata al conduttore. L'uomo, che aveva detto di recarsi in Sicilia per lavoro, e' stato arrestato.

NOTIZIE FLASH: 2/A EDIZIONE - LA CRONACA (5) Reggio Calabria. Era un sistema ben collaudato quello organizzato dagli imprenditori coinvolti nell'operazione 'Entourage' condotta dalla Dia di Reggio Calabria. Gli investigatori hanno ricostruito il meccanismo della turbativa di undici appalti pubblici, sia nella citta' di Reggio Calabria che in provincia. Le imprese scandagliate dai sostituti procuratori De Bernardo e Bontempo avevano costituito, secondo l'accusa, un vero e proprio cartello per aggiudicarsi i lavori. Quando l'appalto non lo vinceva la ditta designata entrava in moto un meccanismo di compensazione, come nel caso in cui ad esempio i lavori venivano fatti comunque eseguire alla societa' su cui c'era l'accordo, tramite sub appalto o anche senza. A dare conferma all'ipotesi accusatoria sono diverse circostanze. Le buste con le offerte venivano inviate tramite l'abbonamento dello stesso vettore pony express, gli importi si differenziavano statisticamente di pochi centesimi con un andamento che i magistrati hanno dimostrato costante anche graficamente tramite un software costruito apposta. In una perquisizione domiciliare a carico di Valter Tedesco (colpito dalla misura interdittiva, non dalla misura cautelare) sono state trovate inoltre marche da bollo false e i timbri di diverse societa'. Si pensa che l'imprenditore preparasse le buste per conto di tutti gli altri, calcolando a chi bisognava far vincere l'appalto. Ai trenta imprenditori, destinatari della misura interdittiva dall'attivita' imprenditoriale per 60 giorni, e' stata contestata l'associazione semplice e reati connessi alla turbativa d'asta. In un distinto provvedimento per tre soggetti e' stata contestata l'appartenenza alla cosca mafiosa Libri mentre altri due sono ritenuti vicini alla famiglia Condello. Rispondono di associazione mafiosa Antonino Votano, Stefano Pasquale Suraci e Francesco Quattrone da una parte; Pasquale Buda e Francesco Ranieri dall'altra.
NOTIZIE FLASH: 2/A EDIZIONE - LA CRONACA (7) Roma.E' al Sud Italia che si registrano i numeri piu' preoccupanti sull'abuso di farmaci antibiotici: "Campania, Puglia e Sicilia insieme determinano quasi il 60% di tutto l'eccesso di consumi nel nostro Paese", che secondo uno studio Aifa crea una spesa evitabile di oltre 400 milioni di euro. Il quadro della situazione e' stato fornito oggi a Roma da Guido Rasi, direttore generale dell'Agenzia italiana del farmaco (Aifa), che ha presentato nella sede del ministero della Salute la terza edizione della campagna di sensibilizzazione contro l'abuso di questi prodotti, dal titolo 'Antibiotici, difendi la tua difesa. Usali con cautela'.Rasi ha ricordato che "in Italia il consumo di antibiotici e il tasso di antibiotico-resistenza e' fra i piu' alti in Europa: i numeri del nostro Paese stanno superando quelli della Francia e in alcune regioni (come Calabria, Sicilia, Puglia, Campania e Basilicata) sono superiori rispetto a quelli di Cipro e Grecia", che a livello nazionale sono oggi gli unici Stati con cifre piu' alte. Oggi nel nostro Paese il 44% dei cittadini riceve almeno una prescrizione di antibiotico l'anno, come anche il 53% dei bambini e il 50% degli anziani. Il 15% degli 'over 65' riceve addirittura piu' di sei prescrizioni di farmaci antibiotici l'anno. Il consumo di questi medicinali a livello regionale nel 2009 - ha evidenziato Rasi - e' stato caratterizzato da un chiaro gradiente geografico: consumi piu' bassi al Nord e piu' elevati al Sud". La 'maglia nera' va infatti alla Campania, con 37,63 dosi medie giornaliere ogni mille abitanti, mentre il valore minimo si riscontra nella Provincia autonoma di Bolzano, con 13,05 dosi.

'NDRANGHETA:DIA; DA PIEMONTE A VENETO, MANI COSCHE SU NORD NELLA RELAZIONE AL PARLAMENTO LE INFILTRAZIONI NELLE REGIONI (ANSA) - ROMA, 17 NOV - Dal Piemonte al Veneto, passando per la Liguria, l'Emilia Romagna e anche la Toscana, la 'Ndrangheta ha ramificazioni in buona parte delle regioni settentrionali: cosche che godono di una certa autonomia ma che per le decisioni strategiche dipendono sempre dalla casa madre calabrese. E' quanto emerge dalla relazione semestrale della Direzione investigativa antimafia consegnata al Parlamento. Ecco nel dettaglio come le cosche si sono infiltrate nelle regioni piu' produttive del paese. PIEMONTE - Si registra, scrive la Dia, una ''qualifica presenza di soggetti riconducibili alle 'ndrine del vibonese, della locride, dell'area ionica e tirrenica della provincia di Reggio Calabria''. Cosche che ''attraverso imprese controllate'' hanno i loro interessi prevalentemente nel settore degli appalti pubblici dove, spesso, operano attraverso i subappalti. Un altro ''settore primario'' dei gruppi 'ndranghetisti e' rappresentato dal traffico di droga, per gli elevati profitti che consente. Tra le operazioni portate a termine nel primo semestre di quest'anno, la Dia ricorda il sequestro di beni a due fratelli residenti a Tortona, figli di un noto esponente della 'Ndrangheta reggina ucciso nell'ambito della faida che negli anni '70 contrappose i Facchineri ai Raso-Albanese-Gullace. LIGURIA - Nella regione ''e' tradizionalmente radicata - scrive la Dia - la presenza di note espansioni di 'ndrine a Genova, nel ponente ligure e nella riviera di levante''. Traffico di stupefacenti, estorsioni, usura, gioco d'azzardo, controllo dei locali notturni per lo sfruttamento della prostituzione ''costituiscono i maggiori settori dell'arricchimento'' per le cosche. E ''non meno importante e' la significativa presenza, attraverso capitali di incerta provenienza, nei campi dell'imprenditoria edile e dello smaltimento dei rifiuti''. VENETO - Si registrano ''segnali di interesse'' della 'Ndrangheta verso i settori dell'economia locale e vi e' una ''significativa incidenza percentuale delle segnalazioni per operazioni finanziarie sospette effettuate nella regione'' tanto da indurre la Dia a svolgere controlli piu' persuasivi. EMILIA ROMAGNA - Le cosche sono operative nelle province di Bologna, Modena, Reggio Emilia e Parma dove vi e' una presenza ''diretta'' della cosca Grande Aracri e vi sono personaggi riconducibili alle 'ndrine dei Barbaro, Strangio, Nirta e dei Bellocco. Sono inoltre in corso tentativi da parte delle varie famiglia di allargare il raggio d'azione anche nelle altre province della regione. TOSCANA - La regione e' diventata ''territorio di elezione di alcune qualificate propaggini della 'Ndrangheta''. E anche se attualmente i processi di radicamento nel tessuto socio, economico ed imprenditoriale della regione ''non hanno svelato sostanziali soluzioni di continuita''', indicano comunque ''l'esigenza di una realistica presa d'atto sulla rinnovata pericolosita' delle presenze di elementi riconducibili alle cosche mafiose calabresi''.

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