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domenica 14 agosto 2011

RIFLESSIONE SUL TURISMO DEL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA DI RC GIUSE PPE RAFFA

In un territorio come il nostro a forte vocazione turistica, Ferragosto serve anche per fare il punto di una stagione, quella estiva, per programmare il futuro di un comparto dal quale la nostra provincia dovrà trarre grandi benefici dal punto di vista economico. La particolare conformazione orografica consente di sdoppiare l'offerta tra mare e montagna. Le diatribe tra mare sporco e mare pulito e la mancanza di una vera programmazione hanno rappresentato un limite, innanzitutto per l'immagine, poi per l'economia di quelle aziende che, ancorché alle prese con la generalizzata crisi economica, speravano di ricevere una boccata d'ossigeno per impinguare i già deficitari bilanci. Tutti, ovviamente, attendiamo i dati definitivi per vedere come l'estate abbia inciso sull'economia locale. Dalla ricognizione del territorio, che come Amministrazione abbiamo avviato in sinergia con Federalberghi e con il suo presidente Vittorio Caminiti - il cui attivismo e la cui professionalità rappresentano per noi più di una garanzia -, è stata acquisita una visione chiara sui punti di forza e di debolezza del reggino. Da questa conoscenza emerge l'esigenza di una programmazione uniforme e non generalizzata, anche perché ogni tratto di territorio ha le sue peculiarità. Dall'analisi non può non venire fuori un plauso agli albergatori e agli altri operatori turistici che, nonostante la crisi, continuano a tenere viva una speranza che, assolutamente, non può essere delusa. Noi amministratori abbiamo il compito di diventare la principale maglia, quella del coordinamento, di una rete che dovrà essere composta da singoli punti di forza che non possono prescindere, ad esempio, dal settore enogastronomico. Anche i parchi archeologici vanno valorizzati, inseriti in un apposito itinerario, e non rimanere corpi estranei rispetto all'offerta turistica e culturale magari perché non sufficientemente pubblicizzati. La provincia di Reggio, con il suo passato magnogreco, è una terra ricca di storia, di tradizioni, unica nel rapporto mare – monte. Ecco perché, oltre alla costa bisogna pensare alle località montane, in particolare Gambarie e lo Zomaro come punti di forza per istituire nuovi itinerari naturalistici, al turismo termale, della terza età, a quello religioso programmando la destagionalizzazione. Nessuno di noi possiede la bacchetta magica, ma l'impegno condiviso di tutti gli attori del territorio potrà eliminare il gap infrastrutturale che oggi ci penalizza tagliandoci fuori dai grandi flussi turistici: l'aeroporto, l'autostrada, la viabilità interna sono gli elementi indispensabili perché si possa parlare di turismo in grado di provocare vere ricadute economiche. Anche su queste direttrici dobbiamo muoverci in sintonia con le aziende del settore, con l'associazionismo, con il mondo dell'ambientalismo. Come Amministrazione Provinciale, da subito, faremo la nostra parte, non certo marginale, che tuttavia necessita del fattivo apporto di altre istituzioni, prima fra tutte la Regione, per attuare quella svolta definitiva che tarda ad arrivare.

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