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martedì 16 agosto 2011

ADICO: le news

Creme solari, la protezione che non c’è

Tutte le lozioni promettono di proteggere la pelle da scottature, invecchiamento precoce e cancro alla pelle. Ma non è così. In America la Food and Drug Administration ha approvato una direttiva per normare (e sanzionare) il settore, mentre in Ue c’è solo una regolamentazione non vincolante.
Baciati dal sole, ma al riparo dai rischi. E’ quello che promettono quasi tutte le creme solari, da quelle più costose a quelle più economiche. Ma occhio a non lasciarsi ingannare: non tutto quello che si legge sulle etichette è vero, soprattutto se si guarda alle scritte in grassetto appena sotto il marchio del prodotto. Quasi tutte le lozioni promettono protezione che in realtà non posso assicurare.
Il rischio non è banale come invece può essere in alcuni casi l’acquisto di un prodotto cosmetico. Un mascara che promette di quadruplicare le ciglia e in realtà non lo fa per niente, non è pericoloso. Con le creme solari in gioco c’è la nostra salute.
Per farsi un’idea dell’inganno, basta fare un raffronto tra quello che vediamo scritto sulle etichette dei prodotti in vendita in Italia, ma anche in altri paesi d’Europa, e le nuove regole che la Food and Drug Administration (FDA) americana, ha di recente approvato in tema di protezione solare. L’agenzia , dopo 33 anni di riflessioni, ha deciso di fare chiarezza sul mondo delle creme solari votando delle nuove regole, che saranno in vigore l’anno prossimo.
Innanzitutto, l’agenzia statunitense pone il divieto per i produttori di affermare che le lozioni sono “waterproof” o “sweatproof”, cioè resistenti all’acqua o al sudore. Un messaggio, questo, considerato sbagliato e ingannevole. Potranno invece dire per quanti minuti queste creme resistono o meno all’acqua.
“Non esistono creme – dichiara Claudia Cotellessa, docente di dermatologia all’Università degli Studi de L’Aquila – immuni all’acqua. Ci sono soltanto lozioni parzialmente resistenti, cioè che se ne vanno via dopo mezz’ora, o poco più, di immersione”. L’invito è quindi quello di non prendere alla lettera quanto pubblicizzato da alcuni prodotti.
Ancora più complesso è il discorso sui fattori di protezione, anch’essi finiti nel mirino dei regolatori americani. Dall’anno prossimo i produttori non potranno più scrivere sulle etichette che le lozioni con fattore di protezione 15 proteggono dalle scottature, dall’invecchiamento precoce e dal cancro alla pelle. Perché, semplicemente, non lo fanno. “Un fattore di protezione 15 – spiega la dermatologa italiana – agisce sui raggi uvb e solo per un terzo sui raggi uva, cioè ha un’azione quasi nulla. Quindi è sbagliato pensare che una crema con questo fattore di protezione allontani il rischio di invecchiamento precoce o di sviluppare un cancro alla pelle”. Infatti, mentre i raggi uvb causano scotatture, sono quelli uva a provocare le rughe, ed entrambi i raggi possono portare al cancro. Ecco perché l’FDA ha stabilito che le lozioni con protezione da 2 a 14 dovranno avere un avviso in cui si dice che il prodotto non protegge da tumori della pelle e dall’invecchiamento precoce, così come vieta di definire “ad ampio spettro” le creme solari che non offrono protezione sia dai raggi uvb che uva.
In questo caso la Fda ha copiato l’Unione Europea che per prima ha avvertito la necessità di fare chiarezza sul mondo delle lozioni solari. Prova ne è un documento datato il 22 settembre 2006. La differenza tra l’agenzia americana e la Commissione europea sta nel fatto che quest’ultima ha pubblicato una raccomandazione, e non una direttiva. Quindi, non sono previste sanzioni per i produttori che non si attengono alle indicazioni. In definitiva, nonostante i legislatori europei abbiano avvertito l’esigenza di una maggiore trasparenza, il mercato di fatto ha continuato a praticare la strada dell’ambiguità.
di Valentina Arcovio
per PianetaScienza

Adico: la nuova manovra finanziaria è sbagliata ed iniqua

Accogliamo positivamente il primo passo nella direzione del taglio delle province e dei costi della politica – fa sapere l’Adico dopo una prima lettura del testo della nuova manovra finanziaria che il Governo si appresta a varare – ma sembra troppo sbilanciata nei confronti della solita classe sociale media bassa e delle famiglie, a protezione di quella che invece evade le tasse.
Nel primo troncone della manovra finanziaria è stato richiesto ai lavoratori, compresi i precari, sacrifici quali la riduzione delle detrazioni fiscali e familiari a carico; ai pensionati con una pensione di oltre i mille euro è stato ridotto l’ adeguamento dell’assegno al costo della vita; ai cittadini la riduzione delle detrazioni per ristrutturazioni delle case; chi si ammala dovrà versare un ticket di 10 euro per le visite specialistiche.
Ora nel secondo troncone si parla di innalzamento dell’età pensionabile delle donne, dalla quadruplicazione dei tempi di pagamento dei Tfr per i lavoratori della pubblica amministrazione; di tagli agli enti locali che sono nè più nè meno che tagli alla spesa sociale, al welfare e ai servizi essenziali; di ulteriori tasse e balzelli.
Una somma di provvedimenti incentrata sull’inasprimento fiscale e sui tagli alle agevolazioni che riguardano la parte più debole della popolazione – denuncia il presidente dell’Adico, Carlo Garofolini – incentrata sull’inasprimento fiscale e sui tagli senza nemmeno la garanzia del pareggio di bilancio e con il rischio di continuare a inseguire il debito pubblico. Una manovra che riduce il potere d’acquisto degli italiani; si denota l’assenza di politiche serie atte a contrastare la disoccupazione crescente, in particolare quella giovanile, di incentivi alla ricerca ed allo sviluppo.


Fisco: Equitalia, boom rateazione debiti. Importo sfiora 17 miliardi di euro

Superano quota un milione e trecentomila le rateazioni dei debiti fiscali concesse da Equitalia per un importo che sfiora i 16,9 miliardi di euro. I dati al 30 luglio confermano la tendenza in crescita dei cittadini che scelgono la strada della rateizzazione e vogliono mettersi in regola con il fisco. La regione in cui il maggior numero di cittadini ha fatto ricorso alle rate è il Lazio: ne sono state concesse più di 177 mila per un importo che supera i 3 miliardi di euro. A seguire la Campania(173 mila rateizzazioni concesse per quasi 2 miliardi), la Lombardia(163 mila per 2,9 miliardi) e la Toscana(141 mila per oltre 1,3 miliardi).
Grazie alla possibilità di pagare a rate, messa a disposizione da Equitalia a partire dal 2008, – spiega la stessa società di riscossione – le famiglie e le imprese in situazione di temporanea difficoltà economica possono dilazionare gli importi delle cartelle, anche fino a sei anni. Periodo che, come disposto dal decreto Milleproroghe, può essere prolungato di ulteriori sei anni nel caso di un peggioramento dello stato economico. L’istituto delle rateizzazioni, fondamentale per ottimizzare il rapporto con i contribuenti, – siegano dalla società – si traduce in un aiuto concreto a cittadini e imprese. Gran parte delle rateizzazioni concesse riguarda debiti di importo fino a 5 mila euro, per i quali non è richiesta alcuna documentazione particolare a supporto della domanda. Richiedere una rateizzazione è semplice: sul sito internet di Equitalia, (www.gruppoequitalia.it), sono disponibili i moduli da compilare e consegnare all’agente della riscossione, nonché la documentazione da allegare in caso di istanze per debiti superiori a 5 mila euro e un calcolatore in grado di simulare il piano di rateizzazione.
Fonte: ansa

Via libera alla manovra da 45,5 miliardi. Scure sugli statali e sugli enti locali


12 agosto 2011
Il consiglio dei ministri ha approvato all’unanimità in un’ora e mezza i provvedimenti anti-crisi per 45,5 miliardi, aggiuntivi rispetto alla manovra varata a luglio da 47 miliardi, il che porta il totale a oltre 90 miliardi in tre anni. «Una somma importante: 20 miliardi di euro per il 2012 e 25,5 per il 2013», ha detto Berlusconi. Nessuna misura sulle pensioni di anzianità, contrariamente a quanto previsto nella bozza entrata in consiglio. Sul tavolo c’erano un decreto-legge, un disegno di legge costituzionale di modifica dell’articolo 41 (sulla libertà dell’iniziativa economica) e dell’articolo 81 (per inserire il vincolo del pareggio di bilancio) ed infine una delega per la riforma del sistema assistenziale. Prima dell’inizio Berlusconi ha ripreso Giancarlo Galan, ministro dei Beni Culturali, che aveva minacciato di non votare il decreto anti-crisi. Il presidente del Consiglio ha preso da parte il ministro e lo ha rimproverato: in questo momento non c’è cosa più grave che mostrarci divisi.
«Abbiamo fatto in 7 giorni la manovra: se c’è un caso di necessità e urgenza per un decreto è questo, data l’emergenza manifestata da fuori sull’Italia. Dobbiamo fare il necessario per il bene comune – ha detto il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti – Abbiamo cercato di modulare la manovra per renderla quanto più equa e corrispondente a esigenze di giustizia possibile. La manovra ci porta all’1,4 nel rapporto deficit-pil alla fine del 2012 per poi arrivare a zero nel 2013. I 45,5 miliardi sono tutti in più, una gran parte è addizionale. Quanto serve per fare 1,4 e zero», ha detto Tremonti rispondendo alla domanda se i 45 miliardi annunciati siano o meno aggiuntivi rispetto ai precedenti 47 circa della manovra di luglio.
Per ciò che attiene direttamente la finanza pubblica tra le misure figurano la «riduzione del costo degli apparati amministrativi, l’anticipazione dei tagli ai ministeri per quasi 6 mld che possono scendere a 5 se funziona la robin tax a carico del settore energetico, ferma restando la bolletta dei cittadini».
Il Governo chiederà la delega al Parlamento per la delega fiscale ed assistenziale già quest’anno, ha annunciato Tremonti. Il risparmio sul 2012 sarà di 4 miliardi. Viceversa scatterà la clausola di salvaguardia.
Non saranno interessati dalle riduzioni «del comparto pubblico la sanità, la scuola, la ricerca, la cultura e il 5 per mille», ha detto il ministro.
Nel decreto è previsto «un accorpamento sulla domenica della festitività laiche sul modello europeo», ha dettoTremonti aggiungendo che questo potrà «dare effetti sul Pil».
Nella manovra ci sono interventi sui giochi, sulle accise e sui tabacchi.
Tra i provvedimenti il pagamento con due anni di ritardo dell’indennità di buonuscita dei lavoratori pubblici. Dovrebbe riguardare solo le uscite per anzianità e non quelle per vecchiaia.
I dipendenti pubblici che non rispettano gli obiettivi di riduzione della spesa potrebbero perdere il pagamento della tredicesima mensilità.
Aumento al 20% per la tassazione di tutte le rendite finanziarie, esclusi gli interessi dei titoli di stato che restano al 12,5%. La misura vale circa 2 miliardi. «La tassazione delle rendite finanziarie, esclusi i Bot saliranno dal 12,50 al 20% – ha spiegato Tremonti – Scenderanno invece dal 27 al 20% per i depositi bancari e quelli postali».
È previsto un contributo di solidarietà dai redditi privati medio-alti, pari al 5% della quota eccedente i 90.000 euro e del 10% della quota eccedente i 150.000 euro. L’intervento ricalca quello già previsto per i dipendenti pubblici. «Si tratta del 5% in più per i redditi oltre 90.000 euro e il 10% oltre 150.000 euro, per due anni», ha detto Berlusconi.
Aumento la quota Irpef per gli autonomi, forse a partire dall’attuale 41% per i redditi oltre i 55.000 euro. La misura, inizialmente prevista per 2-3 anni, potrebbe essere a carattere permanente. La misura non è stata comunque annunciata nella conferenza stampa finale.
Pensioni donne. Viene anticipato dal 2020 al 2015 il progressivo innalzamento a 65 anni (entro il 2027) dell’età pensionabile delle donne nel settore privato.
Dalle prossime elezioni è prevista la soppressione delle Provincie sotto i 300.000 abitanti e la fusione dei Comuni sotto i mille abitanti, con sindaco anche assessore, e la riduzione dei componenti i Consigli regionali. Per quanto riguarda i comuni «sotto i mille abitanti» è previsto che siano «gestiti solo dal sindaco», ha detto Berlusconi. Secondo il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, la manovra prevede l’abolizione di 34 province e l’accorpamento di 1500 comuni.
Tracciabilità di tutte le transazioni superiori ai 2.500 euro con comunicazione all’Agenzia delle entrate delle operazioni per le quali è prevista l’applicazione dell’Iva. E’ inoltre previsto l’inasprimento delle sanzioni, fino alla sospensione dell’attività, per la mancata emissione di fatture o scontrini fiscali.
Nella bozza di manovra ci sarà la norma che prevede l’estensione erga omnes dei contratti aziendali che potranno così derogare a quelli nazionali e a parte dello Statuto dei lavoratori. Non sarebbe più prevista la delega per lo statuto dei lavori.
La manovra prevede per le società una riduzione al 62,5% della possibilità di abbattimento delle perdite.
Per i ministeri è previsto un taglio di 6 miliardi di euro nel 2012 e 2,5 nel 2013.
Agli enti locali verranno ridotti 6 miliardi di trasferimenti nel 2012 e 3,5 nel 2013. Per le regioni il peso della riduzione dei fondi è pari a 1 miliardo di euro. La sanità non verrà toccata.
Stralciata invece l’ipotesi del taglio del 30% degli incentivi per le rinnovabili. L’articolo 7 della bozza prevede che non potranno essere superiori alla media di quelli erogati negli altri Paesi d’Europa.
Stralciata anche la divisione del mercato elettrico in tre macrozone (Nord, Centro, Sud).
Si punta alla liberalizzazione dei servizi pubblici locali e verranno incentivate le privatizzazioni. Nella manovra c’è «un meccanismo efficace di privatizzazione dei servizi locali e una normativa efficace su municipalizzate. Inoltre ci sono norme per la semplificazione e le liberalizzazioni che anticipano» la riforma dell’articolo 41 della costituzione, ha spiegato Tremonti.
Stop ai doppi incarichi per chi è stato eletto. È una delle ipotesi emerse nel corso del Consiglio dei ministri che sta valutando l’incompatibilità dell’incarico parlamentare con altre cariche elettive.



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