Ora finalmente abbiamo capito perché il processo di costruzione della Federazione della Sinistra non avanza in Calabria. Il velame oscuro è stato squarciato da Nino De Gaetano in vacanza pagata dai cittadini calabresi a New York.
E tanto per sgombrare il campo.
Legga e cerchi di capire Nino De Gaetano. Sulla "famigerata lettera anonima" i Comunisti Italiani non hanno mai innestato né una polemica né una campagna d'insinuazioni e di allusioni, come candidamente e sterilmente Nino De Gaetano, rimprovera, addirittura, al nostro segretario nazionale compagno Oliviero Diliberto, che ovviamente non ha bisogno di difesa alcuna. E questo è il primo fatto.
Secondo fatto.
Da tempo i Comunisti Italiani hanno chiesto, nel rispetto d'un accordo nazionale e regionale, da lui stesso condiviso, a Nino De Gaetano la gestione collegiale delle risorse finanziarie del Gruppo consiliare regionale, avendo essi contribuito, in maniera determinante, con la loro battaglia e i loro voti al conseguimento e superamento di quel 4%, che ha consentito l'elezione di due consiglieri regionali di Rifondazione Comunista.
È vero o è falso che ad oggi il consigliere regionale Nino De Gaetano non ha ritenuto di rispettare il patto etico e politico, stretto tra il PdCI e il PRC?
È vero o falso che l'altro eletto della lista della Federazione della Sinistra, Ferdinando Aiello, spinto, con probabilità, dalla ragion pura, è passato a Sinistra e Libertà di Vendola, rimanendo, però, attratto, con altrettanta probabilità, dalla ragion pratica, come membro del gruppo regionale della Fds ?
È vero o falso che Nino De Gaetano non ha speso una parola di condanna del comportamento di Aiello e, anzi, se lo tiene ben stretto, nonostante il suo opportunismo, il suo trasformismo e il tradimento degli elettori comunisti?
Siamo o non siamo di fronte ad un'enorme questione morale?
L'appropriazione privata, cioè d'un singolo consigliere, delle risorse finanziarie del Gruppo regionale - il che avviene anche contro Rifondazione Comunista - rientra in ciò che è politicamente morale o è il suo contrario ?
E tanto per sgombrare il campo.
Legga e cerchi di capire Nino De Gaetano. Sulla "famigerata lettera anonima" i Comunisti Italiani non hanno mai innestato né una polemica né una campagna d'insinuazioni e di allusioni, come candidamente e sterilmente Nino De Gaetano, rimprovera, addirittura, al nostro segretario nazionale compagno Oliviero Diliberto, che ovviamente non ha bisogno di difesa alcuna. E questo è il primo fatto.
Secondo fatto.
Da tempo i Comunisti Italiani hanno chiesto, nel rispetto d'un accordo nazionale e regionale, da lui stesso condiviso, a Nino De Gaetano la gestione collegiale delle risorse finanziarie del Gruppo consiliare regionale, avendo essi contribuito, in maniera determinante, con la loro battaglia e i loro voti al conseguimento e superamento di quel 4%, che ha consentito l'elezione di due consiglieri regionali di Rifondazione Comunista.
È vero o è falso che ad oggi il consigliere regionale Nino De Gaetano non ha ritenuto di rispettare il patto etico e politico, stretto tra il PdCI e il PRC?
È vero o falso che l'altro eletto della lista della Federazione della Sinistra, Ferdinando Aiello, spinto, con probabilità, dalla ragion pura, è passato a Sinistra e Libertà di Vendola, rimanendo, però, attratto, con altrettanta probabilità, dalla ragion pratica, come membro del gruppo regionale della Fds ?
È vero o falso che Nino De Gaetano non ha speso una parola di condanna del comportamento di Aiello e, anzi, se lo tiene ben stretto, nonostante il suo opportunismo, il suo trasformismo e il tradimento degli elettori comunisti?
Siamo o non siamo di fronte ad un'enorme questione morale?
L'appropriazione privata, cioè d'un singolo consigliere, delle risorse finanziarie del Gruppo regionale - il che avviene anche contro Rifondazione Comunista - rientra in ciò che è politicamente morale o è il suo contrario ?
Coprire un transfuga, che viene eletto consigliere regionale, chiedendo i voti per la causa degli ideali comunisti e che, incassato il risultato, abbandona i giovani e i lavoratori, che gli hanno creduto e lo hanno votato, è politicamente morale o è la bancarotta della morale la più elementare e la più comune ?
Sono queste le domande alle quali Nino De Gaetano deve rispondere. E, invece, secondo il rituale dei finti tonti o forse dei finti intelligenti, che sono sempre furbetti veri, si comporta come chi, domandato dove andasse, rispose porto pesci. E, magari, poiché ritorna dall'Atlantico, porta pescicani.
Certo, noi ci rendiamo conto che è più facile menare il can per l'aia piuttosto che misurarsi con la realtà dei fatti. E Nino De Gaetano, con l'animo ferito dal nostro voltafaccia, ci chiede: ma non ero io quello stesso che tanto ho fatto per sostenere Michelangelo Tripodi alle Europee ? E si domanda ancora: allora ero buono e ora non sono più buono ?
Nino De Gaetano ci stupisce con il suo stupore. Con le elezioni regionali del 2010 egli ha gettato la maschera. Si è rivelato quale mai ci era apparso e quale mai l'avevamo conosciuto. Anche noi Comunisti Italiani siamo frequentemente ingenui.
Non c'è che dire: Nino De Gaetano è un'anima pura e innocente. Lui non ha peccato. La sua vera e unica colpa, che, del resto, non è di produzione propria e va assolto dalla macchia, è, come scrive, la sua elezione in Consiglio regionale. La colpa, infatti, è nostra, è del partito-famiglia, che ha contribuito, in maniera matematicamente determinante, ad eleggerlo. E di questo crediamo di dover fare ammenda.
Per il resto, i Comunisti Italiani sono fieri delle famiglie, come la famiglia Tripodi, che di fronte alle famiglie-polipo, che hanno una branchia in tutti i partiti e sono il verme solitario della degenerazione politica e morale, hanno offerto e offrono un esempio di dedizione, passione e impegno nella lotta per il riscatto dei lavoratori.
Per difendere se stesso, Nino De Gaetano insulta la verità: i Comunisti Italiani non sono una famiglia domestica. Sono migliaia e migliaia come tesserati, come militanti, e migliaia e migliaia e migliaia sono i loro elettori. Ma il giovane vecchio Nino De Gaetano non ha occhi né testa per tutto questo. Sputa nel piatto che lo fa mangiare offendendo i comunisti. E lancia il guanto di sfida, miagolando che non offrirà l'altra guancia. Calma. Perché ciò possa accadere, dovrebbe avere una faccia. E invece c'è solo una maschera, invano dissimulata sotto le incolpevoli insegne di Rifondazione Comunista.
Reggio Calabria,
LA SEGRETERIA PROVINCIALE DEL PdCI
Sono queste le domande alle quali Nino De Gaetano deve rispondere. E, invece, secondo il rituale dei finti tonti o forse dei finti intelligenti, che sono sempre furbetti veri, si comporta come chi, domandato dove andasse, rispose porto pesci. E, magari, poiché ritorna dall'Atlantico, porta pescicani.
Certo, noi ci rendiamo conto che è più facile menare il can per l'aia piuttosto che misurarsi con la realtà dei fatti. E Nino De Gaetano, con l'animo ferito dal nostro voltafaccia, ci chiede: ma non ero io quello stesso che tanto ho fatto per sostenere Michelangelo Tripodi alle Europee ? E si domanda ancora: allora ero buono e ora non sono più buono ?
Nino De Gaetano ci stupisce con il suo stupore. Con le elezioni regionali del 2010 egli ha gettato la maschera. Si è rivelato quale mai ci era apparso e quale mai l'avevamo conosciuto. Anche noi Comunisti Italiani siamo frequentemente ingenui.
Non c'è che dire: Nino De Gaetano è un'anima pura e innocente. Lui non ha peccato. La sua vera e unica colpa, che, del resto, non è di produzione propria e va assolto dalla macchia, è, come scrive, la sua elezione in Consiglio regionale. La colpa, infatti, è nostra, è del partito-famiglia, che ha contribuito, in maniera matematicamente determinante, ad eleggerlo. E di questo crediamo di dover fare ammenda.
Per il resto, i Comunisti Italiani sono fieri delle famiglie, come la famiglia Tripodi, che di fronte alle famiglie-polipo, che hanno una branchia in tutti i partiti e sono il verme solitario della degenerazione politica e morale, hanno offerto e offrono un esempio di dedizione, passione e impegno nella lotta per il riscatto dei lavoratori.
Per difendere se stesso, Nino De Gaetano insulta la verità: i Comunisti Italiani non sono una famiglia domestica. Sono migliaia e migliaia come tesserati, come militanti, e migliaia e migliaia e migliaia sono i loro elettori. Ma il giovane vecchio Nino De Gaetano non ha occhi né testa per tutto questo. Sputa nel piatto che lo fa mangiare offendendo i comunisti. E lancia il guanto di sfida, miagolando che non offrirà l'altra guancia. Calma. Perché ciò possa accadere, dovrebbe avere una faccia. E invece c'è solo una maschera, invano dissimulata sotto le incolpevoli insegne di Rifondazione Comunista.
Reggio Calabria,
LA SEGRETERIA PROVINCIALE DEL PdCI
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