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martedì 26 ottobre 2010

Last News Calabria

REGGIO C./COMUNE: SEDUTA CONSIGLIO ANDATA DESERTA (ASCA) - Reggio Calabria, 26 ott - E' andata deserta, per mancanza del numero legale, l'odierna seduta del Consiglio comunale di Reggio Calabria. Il civico consesso si riunira' domani, 27 ottobre, in seconda convocazione, alle ore 11.00. Ventisette i punti all'ordine del giorno della riunione straordinaria del Civico consesso.
'NDRANGHETA: OPERAZIONE CRIMINE, SI COSTITUISCE FIGLIO BOSS (ANSA) - PALMI (REGGIO CALABRIA), 26 OTT - Si e' costituito nel carcere di Palmi Domenico Bellocco, di 23 anni, ricercato nell'ambito dell'operazione Crimine condotta nel luglio scorso dalle Dda di Reggio Calabria e Milano e che ha portato all'arresto di oltre trecento affiliati alla 'ndrangheta. Domenico Bellocco e' il figlio di Michele Bellocco, indicato come uno dei capi della 'omonima cosca. L'operazione Crimine ha consentito, in particolare, di fare luce sulle infiltrazioni della 'ndrangheta nel tessuto economico della Lombardia.

CALABRIA: SCOPELLITI, SISTEMA IDRICO ESARO STRATEGICO PER REGIONE (ASCA) - Cosenza, 26 ott - ''Il Sistema Idrico dell'Alto Esaro rappresenta un opera strategica per la Calabria. Si tratta di un'opera ancora attuale, nonostante il forte ritardo per la conclusione dei lavori. Con i cittadini pero' dobbiamo essere chiari ed onesti, non ci sono fondi sufficienti per il completamento. La vera sfida e' rappresentata dalla volonta' di ultimare questa opera, e noi lo vogliamo fare, impegnandoci a recuperare le somme necessarie affinche' cio' avvenga. Ipotizziamo che la strada dei fondi FAS, una volta sbloccati, possa rappresentare la soluzione migliore per recuperare queste somme. Una piu' efficace rimodulazione dei FAS ci consentira' di programmare almeno 20 grandi opere pubbliche, sulle quali ci giochiamo i prossimi cinquant'anni di storia Calabrese. Su questo ci impegneremo al massimo anche grazie ad un'azione incisiva di risanamento dei conti in generale e della sanita'''. Lo ha detto il Presidente della Regione Calabria, Giuseppe Scopelliti, che si e' recato per un sopralluogo sul cantiere della Diga dell'Esaro (CS), per verificare lo stato dei lavori e fare il punto con gli amministratori locali sul futuro della stessa opera. Il Presidente Scopelliti - informa una nota dell'ufficio stampa della Giunta regionale - che per l'occasione era accompagnato dall'Assessore regionale ai Lavori Pubblici, Pino Gentile, e dal Direttore Generale del Dipartimento Lavori Pubblici, Giovanni Lagana', ha avuto modo di visionare, insieme ai tecnici della Sorical alcuni tratti del cantiere, ricevendo alcune utili informazioni circa lo stato di avanzamento di alcune opere. Il Grande Progetto della Diga dell'Alto Esaro e' finalizzato all'utilizzazione delle acque dei bacini dei fiumi Esaro ed Abatemarco per il potenziamento e la razionalizzazione degli schemi acquedottistici a servizio di un'ampia parte del territorio della provincia di Cosenza (Comuni della Valle Crati con i Centri di Cosenza e Rende, Comuni della Sibaritide e della Fascia Costiera Tirrenica). A conclusione del sopralluogo, il Presidente Scopelliti, ha preso parte ad un incontro pubblico, tenutosi presso il Municipio di Sant'Agata d'Esaro, alla presenza dello stesso Sindaco, Giuseppe Bisignani, del Sindaco di Malvito, Giovanni Cristofalo. Al tavolo dei relatori erano presenti, inoltre, il Prefetto di Cosenza, Antonio Reppucci, ed i Consiglieri Regionali Giulio Serra, tra i promotori dell'iniziativa, Giuseppe Caputo e Gianluca Gallo. ''Si tratta di un problema serio - ha affermato l'assessore ai Lavori Pubblici, Pino Gentile - sul quale vogliamo offrire il massimo impegno e chiarezza. La Diga dell'Esaro e' un'opera dai molteplici scopi, fondamentali per lo sviluppo economico della provincia di Cosenza. Siamo consapevoli che dobbiamo concordare con il territorio, come e' nello spirito di questa Giunta Regionale, gli interventi da effettuare per il completamento''

IMMIGRATI: CARITAS, SONO QUASI 5 MLN E CONTRIBUISCONO AL PIL PER L'11% Roma, 26 ott. - (Adnkronos) - Sono poco meno di cinque milioni ma il loro numero viene percepito come nettamente superiore. Contribuiscono alla produzione del Prodotto interno lordo per l'11,1%, versano alle case dello stato quasi 11 miliardi di contributi previdenziali e fiscali l'anno, incidono per circa il 10% sul totale dei lavoratori dipendenti ma sono sempre piu' attivi anche nel lavoro autonomo e imprenditoriale, dove riescono a creare nuove realta' aziendali anche in questa fase di crisi. A tracciare la fotografia della presenza degli immigrati nel nostro paese e' il Dossier Statistico Caritas/ Migrantes, giunto alla sua ventesima edizione e presentato oggi a Roma, da cui risulta che il loro numero e' triplicato nell'ultimo decennio ed e' aumentato di quesi un milione nell'ultimo biennio. All'inizio del 2010 l'Istat ha registrato 4 milioni e 235mila residenti stranieri, ma, secondo la stima del Dossier, includendo tutte le persone regolarmente soggiornanti seppure non ancora iscritte in anagrafe, si arriva a 4 milioni e 919mila, ovvero 1 immigrato ogni 12 residenti. L'aumento dei residenti, rileva il Dossier caritas/Migrantes, e' stato di circa 3 milioni di unita' nel corso dell'ultimo decennio, durante il quale la presenza straniera e' pressoche' triplicata, e di quasi 1 milione nell'ultimo biennio. Intanto, pero', denuncia il Rapporto, complice la fase di recessione, sono cresciute anche le reazioni negative. Gli italiani sembrano lontani, nella loro percezione, da un adeguato inquadramento di questa realta'. Nella ricerca Transatlantic Trends (2009) mediamente gli intervistati hanno ritenuto che gli immigrati incidano per il 23% sulla popolazione residente (sarebbero quindi circa 15 milioni, tre volte di piu' rispetto alla loro effettiva consistenza) e che i ''clandestini'' siano piu' numerosi dei migranti regolari (mentre le stime accreditano un numero attorno al mezzo milione). IMMIGRATI: CARITAS, SONO QUASI 5 MLN E CONTRIBUISCONO AL PIL PER L'11% (2) IN LOMBARDIA UN QUINTO DEI RESIDENTI STRANIERI, NEL LAZIO POCO PIU' DI UN DECIMO (Adnkronos) - La Lombardia accoglie un quinto dei residenti stranieri (982.225, 23,2%). Poco piu' di un decimo vive nel Lazio (497.940, 11,8%), il cui livello viene quasi raggiunto da altre due grandi regioni di immigrazione, il Veneto con 480.616, 11,3% e l' Emilia Romagna con 461.321, 10,9%, mentre il Piemonte e la Toscana stanno un po' al di sotto (rispettivamente 377.241, 8,9% e 338.746, 8,0%). Roma, che e' stata a lungo la provincia con il maggior numero di immigrati, perde il primato rispetto a Milano (405.657 rispetto a 407.191). L'incidenza media sulla popolazione residente e' del 7%, ma in Emilia Romagna, Lombardia e Umbria si va oltre il 10% e in alcune province anche oltre il 12% (Brescia, Mantova, Piacenza, Reggio Emilia). Le donne incidono mediamente per il 51,3%, con la punta massima del 58,3% in Campania e del 63,5% a Oristano, e quella piu' bassa in Lombardia (48,7%) e a Ragusa (41,5%). I nuovi nati da entrambi i genitori stranieri nel corso del 2009 sono 77.148 (21mila in Lombardia, 10mila nel Veneto e in Emilia Romagna, 7mila in Piemonte e nel Lazio, 6mila in Toscana, almeno mille in tutte le altre regioni italiane, fatta eccezione per il Molise, la Basilicata, la Calabria e la Sardegna. Queste nascite incidono per il 13% su tutte le nascite e per piu' del 20% in Emilia Romagna e Veneto. Se si aggiungono altri 17.000 nati da madre straniera e padre italiano, l'incidenza sul totale dei nati in Italia arriva al 16,5%. Il numero sarebbe ancora piu' alto se considerassimo anche i figli di padre straniero e madre italiana, per quanto tra le coppie miste prevalgono quelle in cui ad essere di origine immigrata e' la donna (nel 2008 erano 23.970 figli nati da coppie miste in Italia, 8 su 10 da padri italiani e madri straniere).
Diversificata e' anche l'incidenza dei minori, in tutto quasi un milione (932.675): dalla media del 22% (tra la popolazione totale la percentuale scende al 16,9%) si arriva al 24,5% in Lombardia e al 24,3% in Veneto, mentre il valore e' piu' basso in diverse regioni centro-meridionali, e segnatamente nel Lazio e in Campania (17,4%) e Sardegna (17%). Oltre un ottavo dei residenti stranieri (572.720, 13%) e' di seconda generazione, per lo piu' bambini e ragazzi nati in Italia, nei confronti dei quali l'aggettivo ''straniero'' e' del tutto inappropriato, in quanto accomunati agli italiani dal luogo di nascita, di residenza, dalla lingua, dal sistema formativo e dal percorso di socializzazione. A differenza della chiusura su altri aspetti, gli italiani sembrano essere piu' propensi alla concessione della cittadinanza a chi nasce in Italia seppure da genitori stranieri. I figli degli immigrati iscritti a scuola sono 673.592 e incidono per il 7,5% sulla popolazione scolastica. I dati mettono in evidenza un ritardo scolastico tre volte piu' elevato rispetto agli italiani, sottolineando la necessita' di dispiegare piu' risorse per il loro inserimento nel caso in cui giungano per ricongiungimento familiare. Nel 2009 l'apposito Comitato ha censito 6.587 minori non accompagnati, dei quali 533 richiedenti asilo, provenienti da 77 paesi (Marocco 15%, Egitto 14%, Albania 11%, Afghanistan 11%), in prevalenza maschi (90%) e di eta' compresa tra i 15 e i 17 anni (88%). Tra di essi non sono piu' inclusi i romeni (almeno un terzo del totale), che in quanto comunitari vengono presi in carico dai servizi comunali. Non sempre, al raggiungimento del 18° anno, le condizioni attualmente previste (3 anni di permanenza e 2 anni di inserimento in un percorso formativo) consentono di garantire loro un permesso di soggiorno.
Gli immigrati, rileva ancora il Dossier caritas/Migrantes, assicurano allo sviluppo dell'economia italiana un contributo notevole: sono circa il 10% degli occupati come lavoratori dipendenti, sono titolari del 3,5% delle imprese, incidono per l'11,1% sul prodotto interno lordo (dato del 2008), pagano 7,5 miliardi di euro di contributi previdenziali, dichiarano al fisco un imponibile di oltre 33 miliardi di euro. Il rapporto tra spese pubbliche sostenute per gli immigrati e i contributi e le tasse da loro pagati (2.665.791 la stima dei dichiaranti) va a vantaggio del sistema Italia, specialmente se si tiene conto che le uscite, essendo aggiuntive a strutture e personale gia' in forze, devono avere pesato di meno. Secondo le stime riportate nel Dossier le uscite sono state valutate pari a circa 10 miliardi di euro: (9,95): 2,8 miliardi per la sanita' (2,4 per gli immigrati regolari, 400 milioni per gli irregolari); 2,8 miliardi per la scuola, 450 milioni per i servizi sociali comunali, 400 milioni per politiche abitative, 2 miliardi a carico del Ministero della Giustizia (tribunale e carcere), 500 milioni a carico del Ministero dell'Interno (Centri di identificazione ed espulsione e Centri di accoglienza), 400 milioni per prestazioni familiari e 600 milioni per pensioni a carico dell'Inps. Le entrate assicurate dagli immigrati, invece, si avvicinano agli 11 miliardi di euro (10,827): 2,2 miliardi di tasse, 1 miliardo di Iva, 100 milioni per il rinnovo dei permessi di soggiorno e per le pratiche di cittadinanza, 7,5 miliardi di euro per contributi previdenziali. Va sottolineato che negli anni 2000 il bilancio annuale dell'Inps e' risultato costantemente in attivo (e' arrivato a 6,9 miliardi), anche grazie ai contributi degli immigrati. Per ogni lavoratore, la cui retribuzione media e' di 12.000 euro, i contributi sono pari a quasi 4.000 euro l'anno.
L'impatto positivo degli immigrati, evidenzia il Dossier Statistico, trova una significativa conferma dal confronto dell'andamento pensionistico tra gli immigrati e gli italiani. Sulla base dell'eta' pensionabile si puo' stimare che nel quinquennio 2011-2015 chiederanno la pensione circa 110mila stranieri, pari al 3,1% di tutte le nuove richieste di pensionamento. Dai 15mila pensionamenti nel 2010, pari al 2,2% di tutte le richieste, si passera' ai 61mila nel 2025, pari a circa il 7%. Attualmente e' pensionato tra gli immigrati 1 ogni 30 residenti e tra gli italiani 1 ogni 4. Nel 2025, i pensionati stranieri saranno complessivamente circa 625mila (l'8% dei residenti stranieri). A tale data, tra i cittadini stranieri vi sara' circa 1 pensionato ogni 12 persone, mentre tra gli italiani il rapporto sara' di circa 1 a 3. In tutta Europa la crescita dell'occupazione e' legata ai lavoratori immigrati. Essi sono circa 17,8 milioni, dei quali circa 2 milioni in Italia. Secondo i dati Istat, nel 2009, un anno in cui l'occupazione complessiva e' diminuita di 527.000 unita', i lavoratori stranieri occupati sono aumentati di 147mila unita', arrivando a quota 1.898.000, con una incidenza dell'8,2% sul totale degli occupati (nell'anno precedente l'incidenza era del 7,5%). Il loro tasso di occupazione, rispetto al 2008, e' passato dal 67,1% al 64,5% (quello degli italiani e' sceso al 56,9% dal 58,1%), mentre quello di disoccupazione e' aumentato dall'8,5% (media 2008) all'11,2% (per gli italiani il cambiamento e' stato dal 6,6% al 7,5%). Nel 2010 ogni 10 nuovi disoccupati 3 sono immigrati e, tuttavia, il fatto che svolgono mansioni umili ma essenziali e' servito a proteggerli da conseguenze piu' negative. Inoltre, tra i lavoratori immigrati e' piu' elevata la percentuale dei non qualificati (36%), molto spesso perche' sottoinquadrati (il 41,7% rispetto alla media del 18%). Il sottoinquadramento non diminuisce in modo significativo anche quando si risiede da molti anni in Italia. Rilevante anche la quota dei sottoutilizzati (il 10,7% rispetto alla media del 4,1%). Inoltre, 4 stranieri su 10 lavorano in orari disagiati (di sera, di notte, di domenica).
La retribuzione netta mensile degli immigrati nel 2009 e' stata di 971 euro per gli stranieri e 1.258 euro per gli italiani (media di 1.231 euro), con una differenza a sfavore degli immigrati del 23%, di ulteriori 5 punti piu' alta per le donne straniere. L'archivio dell'Inail (che sovrastima la presenza straniera di circa 1 milione di unita' in quanto include anche gli italiani nati all'estero) consente di ripartire gli occupati anche per continente di origine: Europa 59,2%, Africa 16,8%, Asia 13,3%, America 9,8%, Oceania 0,3% (0,5 non attribuiti). Piu' in particolare, i lavoratori comunitari sono oltre un terzo (36,3%) e i nordafricani un decimo dell'intera forza lavoro (11,1%). I saldi occupazionali (differenza tra i lavoratori assunti e licenziati nell'anno) attestano l'andamento negativo di questa fase occupazionale (98.033 nel 2007, 34.207 nel 2008, 14.096 nel 2009). Al 31 maggio 2010 sono risultate iscritte 213.267 imprese con titolare straniero, 25.801 in piu' rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, un aumento che attesta la dinamicita' del settore anche in periodo di crisi; in particolare, nei primi cinque mesi del 2010 le imprese sono aumentate al ritmo del 13,8%, e a ritmi ancora superiori in Toscana e nel Lazio. Queste imprese incidono, come precisato, per il 3,5% su tutte le imprese operanti in Italia e per il 7,2% su quelle artigiane. E' molto dinamico anche il settore delle imprese cooperative (69.439 soci), sia di produzione che di consumo. Se, oltre che dei titolari e dei soci, si tiene conto degli amministratori (87.485), delle altre funzioni societarie (18.622) e di 131 figure la cui funzione non e' stata classificata, si arriva a un totale di 388.944 posizioni lavorative e a un complesso occupazionale che include oltre mezzo milione di posizioni, tenendo conto anche dei lavoratori dipendenti.
Gli immigrati assicurano un valido sostegno demografico all'Italia. Tra la popolazione residente in Italia, tra il 2000 e il 2009 sono aumentate di 2 milioni le persone con piu' di 65 anni, di solo 1 milione quelle in eta' lavorativa e neppure di mezzo milione quelle con meno di 14 anni. L'eta' media e' salita da 31,5 a 43,3 anni. Gli ultrasessantacinquenni sono il 2,2% tra gli stranieri e il 20,2% tra l'insieme della popolazione residente. Il tasso di fecondita' e' di 1,33 per le donne italiane e di 2,05 per le donne straniere (media 1,41). I matrimoni celebrati in Italia sono scesi dai 418.4944 del 1972 al 246.613 del 2008, con una diminuzione specialmente dei primi matrimoni, un aumento delle seconde nozze (un sesto del totale) e dell'eta' media degli sposi (30 anni per le donne e 33 anni per gli uomini). Nel periodo 1996-2008 sono stati celebrati 236.405 matrimoni misti. Nel 1995 erano misti solo 2 matrimoni su 100, ora sono 10 su 100 e non risulta statisticamente fondata l'idea che falliscano con molta piu' facilita' del resto delle unioni. Nel 2008 su 100 matrimoni, 15 riguardano almeno un coniuge straniero e di questi 5 riguardano due sposi stranieri. Nel 2009 sono stati registrati 4.298 respingimenti e 14.063 rimpatri forzati, per un totale di 18.361 persone allontanate. Le persone rintracciate in posizione irregolare, ma non ottemperanti all'intimazione di lasciare il territorio italiano, sono state 34.462. Il rapporto tra persone intercettate e persone rimpatriate e' andato diminuendo nel corso degli anni (dal 57% nel 2004 al 35% nel 2009). Le persone trattenute nei centri di identificazione e di espulsione sono state 10.913, tra le quali anche diverse persone gia' ristrette in carcere, dove non era stata accertata la loro identita'. Nell'insieme il 58,4% non e' stato rimpatriato.
IMMIGRATI:CARITAS MIGRANTES,DECISIVO APPORTO DEMOGRAFICO(2) (AGI) - Roma, 26 ott. - I nuovi nati da entrambi i genitori stranieri nel corso del 2009 sono 77.148 (21mila in Lombardia, 10mila nel Veneto e in Emilia Romagna, 7mila in Piemonte e nel Lazio, 6mila in Toscana, almeno mille in tutte le altre regioni italiane, fatta eccezione per il Molise, la Basilicata, la Calabria e la Sardegna. Queste nascite incidono per il 13 per cento su tutte le nascite e per piu' del 20 per cento in Emilia Romagna e Veneto. Se si aggiungono altri 17.000 nati da madre straniera e padre italiano, l'incidenza sul totale dei nati in Italia arriva al 16,5 per cento. Il numero sarebbe ancora piu' alto se considerassimo anche i figli di padre straniero e madre italiana, per quanto tra le coppie miste prevalgono quelle in cui ad essere di origine immigrata e' la donna (nel 2008 erano 23.970 figli nati da coppie miste in Italia, 8 su 10 da padri italiani e madri straniere). Diversificata e' anche l'incidenza dei minori, in tutto quasi un milione (932.675): dalla media del 22 per cento (tra la popolazione totale la percentuale scende al 16,9 per cento) si arriva al 24,5 per cento in Lombardia e al 24,3 per cento in Veneto, mentre il valore e' piu' basso in diverse regioni centro-meridionali, e segnatamente nel Lazio e in Campania (17,4 per cento) e Sardegna (17 per cento). Oltre un ottavo dei residenti stranieri (572.720, 13 per cento) e' di seconda generazione, per lo piu' bambini e ragazzi nati in Italia, nei confronti dei quali l'aggettivo "straniero" e' del tutto inappropriato, in quanto accomunati agli italiani dal luogo di nascita, di residenza, dalla lingua, dal sistema formativo e dal percorso di socializzazione. Secondo il rapporto, a differenza della chiusura su altri aspetti, gli italiani sembrano essere piu' propensi alla concessione della cittadinanza a chi nasce in Italia seppure da genitori stranieri. I figli degli immigrati iscritti a scuola sono 673.592 e incidono per il 7,5 per cento sulla popolazione scolastica. I dati mettono in evidenza un ritardo scolastico tre volte piu' elevato rispetto agli italiani, sottolineando la necessita' di dispiegare piu' risorse per il loro inserimento nel caso in cui giungano per ricongiungimento familiare. Nel 2009 l'apposito Comitato ha censito 6.587 minori non accompagnati, dei quali 533 richiedenti asilo, provenienti da 77 paesi (Marocco 15 per cento, Egitto 14 per cento, Albania 11 per cento, Afghanistan 11 per cento), in prevalenza maschi (90 per cento) e di eta' compresa tra i 15 e i 17 anni (88 per cento). Tra i di essi non sono piu' inclusi i romeni (almeno un terzo del totale), che in quanto comunitari vengono presi in carico dai servizi comunali. Non sempre, al raggiungimento del 18� anno, le condizioni attualmente previste (3 anni di permanenza e 2 anni di inserimento in un percorso formativo) consentono di garantire loro un permesso di soggiorno.

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