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69.a MOSTRA DEL CINEMA DI VENEZIA

Al cineasta statunitense Michael Cimino il premio Persol 2012 della 69. Mostra

la consegna del premio avrà luogo giovedì 30 agosto

a seguire la consegna, alle 14.30 in Sala Perla, la 69. Mostra presenterà Heaven’s Gate

La Biennale di Venezia e Persol comunicano che è stato attribuito al grande regista, sceneggiatore e produttore statunitense Michael Cimino il premio Persol 2012 della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, che intende celebrare una leggenda del cinema internazionale.
Il Direttore della Mostra, Alberto Barbera, a proposito di questo riconoscimento a Michael Cimino ha dichiarato: “E’ un tardivo ma doveroso risarcimento alla grandezza di un cineasta visionario, una delle voci più intense e originali del cinema americano degli ultimi quarant’anni, progressivamente ridotto al silenzio dopo l’insuccesso commerciale di un capolavoro al quale contribuirono gli stessi produttori con tagli insensati. In virtù di  un talento immenso, Cimino ha esaltato l’arte della messa in scena e offerto dell’America un ritratto insieme critico e appassionato, lucido e  coinvolgente”.
La consegna del premio Persol a Michael Cimino avrà luogo giovedì 30 agosto durante la 69. Mostra (29 agosto-8 settembre 2012), diretta daAlberto Barbera e organizzata dalla Biennale di Venezia presieduta da Paolo Baratta.
A seguire la consegna del premio, alle 14.30 in Sala Perla (Palazzo del Casinò), la 69. Mostra presenterà – nella sezione Venezia Classici – il capolavoro di Michael Cimino Heaven’s Gate (I cancelli del cielo, 1980, 219’) nella nuovissima copia restaurata digitalmente da Criterion con la supervisione della stesso autore.
Heaven’s Gate era stato proiettato in versione integrale alla Mostra di Venezia del 1982 diretta da Carlo Lizzani, nella sezione Mezzogiorno-Mezzanotte curata da Enzo Ungari.
Nell’ambito della Mostra di Venezia del 2001 diretta da Alberto Barbera, Michael Cimino presentò il suo romanzo Big Jane, di cui tenne un reading.
Persol è per l’ottavo anno sponsor della Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica.
Michael Cimino, due volte premio Oscar per Il cacciatore (The Deer Hunter, 1979), è uno dei cineasti statunitensi più amati e più importanti della sua generazione (la cosiddetta Nuova Hollywood degli anni ’70). Ha compiuto studi di architettura e di arte drammatica, e si è accostato al cinema realizzando documentari. Straordinario il suo primo film Una calibro 20 per lo specialista (Thunderbolt and Lightfoot, 1974), scritto insieme all’amico protagonista (nei panni di un rapinatore) Clint Eastwood. Il film si segnalò anche per il primo ruolo importante di Jeff Bridges, che ottenne la nomination all’Oscar.
Il grande successo di critica e di pubblico arrivò con la sua seconda regia, Il cacciatore (The Deer Hunter, 1979), atipico film di guerra sull’America dilaniata nei suoi valori, incapace di elaborare la sindrome del Vietnam, con Robert De Niro, Christopher Walken, John Savage e Meryl Streep, che ottenne 5 Oscar, fra cui quelli per il Miglior film e la Miglior regia, e 9 nomination complessive. Un film di forte impatto emozionale e visivo, con una direzione degli attori estrema ma straordinariamente efficace, grazie a cui Cimino entrò prepotentemente nella storia del cinema mondiale. Dopo il grande successo de Il cacciatore (The Deer Hunter, 1979), Cimino scrive e dirige Heaven’s Gate (I cancelli del cielo, 1980), potente, struggente e ambizioso affresco sull’epopea western, smantellandone ogni idealizzazione. Il film fu proiettato nella sua versione originale di 219’ per una sola settimana a New York. La United Artists fece diversi tagli riducendolo in una versione di due ore e mezza, che fu distribuita l’anno successivo. Ne risultò uno dei film più controversi di tutti i tempi, che tuttavia negli anni successivi fu riconsiderato, fino a essere oggi ritenuto uno dei grandi classici del cinema.
Negli anni Ottanta Cimino ha realizzato tre film: L’anno del dragone (Year of the Dragon, 1985), con Mickey Rourke, splendido affresco sulla mala cinese adattato dal regista con Oliver Stone, che conferma la sua estetica visionaria. Quindi Il siciliano (The Sicilian, 1987), con Christopher Lambert e John Turturro, e Ore disperate (Desperate Hours, 1990), con Mickey Rourke, Anthony Hopkins e Mimi Rogers, remake dell’omonimo film del 1955 di William Wyler con Humphrey Bogart. Nel 1996 Cimino ritorna dietro la cinepresa e gira Verso il sole (The Sunchaser), film che ha come protagonista Woody Harrelson, presentato in Concorso a Cannes. In tutti i suoi film, Cimino ha cercato di rendere omaggio al paesaggio americano.



4 nuovi titoli entrano nel programma della 69. Mostra



07 | 08 | 2012
i film di Paul Thomas Anderson, Pasquale Scimeca, Alex Schmidt e il nuovo progetto di Ermanno Olmi

si arricchisce il programma della 69. Mostra

• The Master di Paul Thomas Anderson, il 18° film in Concorso (in 70 mm)
• Come voglio che sia il mio futuro?, il nuovo progetto di Ermanno Olmi (Fuori Concorso – Proiezioni speciali)
• Convitto Falcone di Pasquale Scimeca (Evento speciale)
• Du hast es versprochen (Forgotten) di Alex Schmidt (Fuori Concorso)


Quattro nuovi titoli arricchiscono il programma della 69. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica (29 agosto-8 settembre), diretta da Alberto Barbera e organizzata dalla Biennale presieduta da Paolo Baratta.

Sarà The Master, l’attesissimo nuovo film del regista statunitense Paul Thomas Anderson (MagnoliaIl petroliere) il 18° film in Concorso di Venezia 69.
The Master sarà proiettato in 70 mm in Sala Grande (Palazzo del Cinema) il 1° settembre alle ore 19.00, alla presenza del regista e della delegazione ufficiale.
Il film è interpretato da Philip Seymour Hoffman, Joaquin Phoenix, Amy Adams, Jesse Plemons, David Warshofsky e Rami Malek.
Paul Thomas Anderson è il 12° regista (su 18 film) che quest’anno partecipa per la prima volta al Concorso della Mostra di Venezia, insieme a Olivier Assayas, Ramin Baharani, Peter Brosens e Jessica Woodworth, Rama Burshtein, Daniele Ciprì, Xavier Giannoli, Harmony Korine, Terrence Malick, Valeria Sarmiento, Kirill Serebrennikov.

Gli altri tre film che entrano nel programma della 69. Mostra sono:
· Come voglio che sia il mio futuro?, un progetto di Ermanno Olmi realizzato da Maurizio Zaccaro (Fuori Concorso – Proiezioni speciali)
· Convitto Falcone di Pasquale Scimeca, omaggio a Giovanni Falcone (Evento speciale)
· l’horror di mezzanotte Du hast es versprochen (Forgottendella regista tedesca - esordiente nel lungometraggio - Alex Schmidt (Fuori Concorso)
 
Ermanno Olmi ha sviluppato questo progetto, Come voglio che sia il mio futuro? (Fuori Concorso – Proiezioni speciali), con gli allievi degli ultimi cinque anni del laboratorio “Ipotesi Cinema formazione” di Bologna. Le centinaia di interviste realizzate in giro per l’Italia, selezionate e montate, sono diventate ora un film con direzione artistica di Maurizio Zaccaro, che offre uno spaccato significativo delle attese, le speranze, le delusioni e timori dei giovani di oggi.
 
Il cinema entra a scuola per raccontare una storia di legalità. È un omaggio a Giovanni Falcone il nuovo film di Pasquale ScimecaConvitto Falcone(Evento speciale), che coinvolge i ragazzi della scuola e attori professionisti come Donatella Finocchiaro, David Coco, Filippo Luna, Marcello Mazarella, Guja Jelo, Enrico Lo Verso, Vincenzo Albanese Salvatore Sclafani, affiancando i giovani protagonisti al loro debutto cinematografico, Pietro D’Agostino e Riccardo Perniciaro. Il film, tratto da un racconto di Giuseppe Cadili e scritto con Francesco La Licata, è prodotto da Arbash, Rai Cinema, Sicilia Film Commission, in collaborazione con la Fondazione Francesca e Giovanni Falcone. Le musiche sono di Franco Battiato. Racconta Pasquale Scimeca: "Il film è dedicato a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino per i vent’anni dalla loro morte, ma anche pensando ai trent’anni di Pio La Torre, di Carlo Alberto Dalla Chiesa e tanti, tanti altri. La storia è ambientata ai nostri giorni, è un racconto che vede protagonisti dei ragazzi che si trovano a confrontarsi con il senso della giustizia, anche attraverso gesti piccoli e quotidiani".

Du hast es versprochen (Forgottendella regista tedesca - esordiente nel lungometraggio - Alex Schmidt  (Fuori Concorso) è un horror che sarà proiettato a mezzanotte. Due amiche d’infanzia, Hanna (Mina Tander) e Clarissa (Laura de Boer), si incontrano di nuovo dopo 25 anni. Decidono di tornare insieme su un’isola dove avevano passato un tempo le vacanze. Ma saranno assediate dai fantasmi del passato.



6 agosto 1932: la Mostra compie 80 anni



06 | 08 | 2012
80 anni fa la prima proiezione della Mostra del Cinema di Venezia

80 anni fa, il 6 agosto 1932 al Lido di Venezia, sulla terrazza dell'Hotel Excelsior, ebbe inizio – ideato e realizzato dalla Biennale di Venezia - il primo festival cinematografico internazionale al mondo. 
Alle 21.15, su uno schermo appositamente allestito all'aperto, fra qualche scroscio di pioggia fu proiettatoDr. Jekyll e Mr. Hyde di Rouben Mamoulian. Al film seguì un gran ballo nei saloni dell’Excelsior.
“Nata dal ceppo della Biennale Arte – dichiara oggi il Presidente della Biennale di Venezia, Paolo Baratta – la Mostra del Cinema fu concepita fin dagli inizi con la sensibilità, la ricchezza e la vocazione alla pluralità di voci, proprie della mostra d’arte. Tale fu il modello a cui si ispirarono, nel dar vita a una mostra cinematografica, Antonio Maraini e il Conte Volpi (rispettivamente direttore e presidente della Biennale). Film di ricerca di giovani registi trovarono subito posto nell’Esposizione Internazionale del film sperimentale a passo ridotto, definita la ‘Piccola Biennale’, che, con straordinario successo di critica e pubblico, affiancò per tre edizioni (1934-1936) la ‘Grande Biennale’ dell’Arte, del Cinema, della Musica, del Teatro. Già nel 1938 la Mostra del Cinema organizzò la sua prima retrospettiva, dedicata al cinema francese, curata dal critico e studioso veneziano Francesco Pasinetti, all’epoca giovanissimo. La Mostra si sviluppò presto in modo completo, ricca di sezioni, spunti e idee, modello per tutti i futuri festival, avendo ben presente, come ricordò nel discorso d’apertura l’allora Presidente Conte Volpi, la complessità del cinema, allo stesso tempo arte e industria, cui occorre dedicare sia libero spirito di ricerca, che attenzione alle esigenze di diffusione e promozione”.
Quella del 1932 al Lido "fu un'annata memorabile", scrisse il giovane critico Michelangelo Antonioni in un articolo di dieci anni dopo. Giunsero sullo schermo dell’Excelsior, fino al 21 agosto, le opere di maestri quali Mario Camerini (Gli uomini, che mascalzoni…, primo film italiano a essere presentato, con grande successo, l’11 agosto), Frank Capra (Forbidden), René Clair (A nous la liberté), Alexandr Dovzenko (Terra), Edmund Goulding (Grand Hotel), Joris Ivens (Regen), King Vidor (The Champ). In tutto, ventisei film di sette nazioni.
Solo tre mesi prima, Luciano De Feo, Direttore dell'Istituto Internazionale per la Cinematografia, ebbe dalla Biennale l'incarico di organizzare dal punto di vista artistico la prima Esposizione Internazionale d'Arte Cinematografica (come fu subito chiamata la Mostra). Importante fu il contributo organizzativo di Romolo Bazzoni, Direttore amministrativo della Biennale.
Nel Comitato d'onore figuravano, tra gli altri, Guglielmo Marconi, Luigi Pirandello, Louis Lumière, il padre del cinema, che mandò una lettera.
Fin da quella prima edizione i film proiettati al Lido, "per speciale concessione del Capo del Governo", poterono essere visti "nella loro forma originale e nella loro integrità assoluta", come dettava il regolamento.
Antonio Maraini dichiarò nel discorso d'apertura: "Credo sia la prima volta che una grande Esposizione d'arte spalanchi le sue porte al cinematografo".
Il regista Raffaello Matarazzo, allora critico del "Tevere", nella cronaca dell'inaugurazione scrisse: "Ci si immaginava, in un cantuccio, Lumière piangere di gioia".
La Mostra di Venezia, che vide nel 1934 il suo assestamento a periodicità annuale, e che assegna dal 1949 il Leone d'oro al miglior film, è giunta oggi alla 69a edizione, che si svolgerà al Lido dal 29 agosto all'8 settembre 2012, diretta da Alberto Barbera e organizzata dalla Biennale di Venezia presieduta da Paolo Baratta.
In occasione dell’80° anniversario della Mostra, durante la 69a edizione si terrà «80!», una retrospettiva di dieci film (sette lungometraggi e tre corto/mediometraggi) presentati nel corso delle precedenti Mostre. I film sono stati selezionati in base a criteri di rarità, utilizzando e restaurando le copie delle Collezioni dell’Archivio Storico delle Arti Contemporanee della Biennale (ASAC). 





A Spike Lee il premio Jaeger-LeCoultre Glory to the Filmmaker 2012



03 | 08 | 2012
la consegna del premio avrà luogo venerdì 31 agosto

a seguire la consegna del premio, in prima mondiale il suo nuovo documentario,Bad 25

La Biennale di Venezia e Jaeger-LeCoultre comunicano che è stato attribuito al grande regista, sceneggiatore, attore e produttore statunitense Spike Lee il premio Jaeger-LeCoultre Glory to the Filmmaker 2012 della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, dedicato a una personalità che abbia segnato in modo particolarmente originale il cinema contemporaneo.
Il Direttore della Mostra, Alberto Barbera, a proposito di questo riconoscimento a Spike Lee ha dichiarato: “Spike Lee è uno spirito creativo e combattivo, autore di film audaci e corrosivi, spesso imprevedibili e provocatori nel senso migliore del termine. Capaci cioè di costringerci a rivedere i nostri pregiudizi e le nostre idee preconcette.”
La consegna del premio a Spike Lee avrà luogo venerdì 31 agosto durante la 69. Mostra (29 agosto-8 settembre 2012), diretta da Alberto Barbera e organizzata dalla Biennale di Venezia presieduta da Paolo Baratta.
A seguire la consegna del premio, alle ore 22 in Sala Grande, la 69. Mostra presenterà in prima mondiale il nuovo documentario di Spike Lee, Bad 25, realizzato in occasione del 25° anniversario dello storico album di Michael Jackson, Bad. Spike Lee aveva realizzato in precedenza due videoclip con Michael Jackson, They Don’t Care About Us (1997) e This Is It (2009).
Prima di questa edizione, Spike Lee ha partecipato otto volte alla Mostra di Venezia. E’ stato due volte in Concorso, nel 1990 con Mo’ Better Blues e nel 1995 con Clockers, e due volte Fuori Concorso, nel 2004 con She Hate Me e nel 2005 con l’episodio Jesus Children of America del film All The Invisible Children. Nel 1997 ha partecipato col documentario 4 Little Girls in Officina veneziana; nel 1998 con He Got Game in Notti e stelle; nel 2001 col documentario A Huey P. Newton Story in Nuovi territori; nel 2006 col documentario premio Orizzonti Doc When the Levees Broke: A Requiem in Four Acts. Nel 2004 ha fatto parte della Giuria internazionale del Concorso.
Jaeger-LeCoultre è per l’ottavo anno sponsor della Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica, e per il sesto del premio Glory to the Filmmaker.
Il premio è stato assegnato negli anni precedenti a Takeshi Kitano (2007), Abbas Kiarostami (2008), Agnès Varda (2008), Sylvester Stallone (2009), Mani Ratnam (2010), Al Pacino (2011).
Spike Lee è considerato il più celebre regista afroamericano e una delle più significative personalità del cinema statunitense degli ultimi 30 anni. I suoi film trattano temi politici e sociali, quali il razzismo e le relazioni interrazziali. La sua casa di produzione si chiama “40 Acres and a Mule Filmworks”. Il nome deriva dalla promessa di risarcimento fatta agli schiavi africani alla fine dello schiavismo, vale a dire 40 acri di terra e un mulo. La promessa non fu mai mantenuta.Figlio di un jazzista, ha studiato alla New York University Film School con Martin Scorsese, diplomandosi con un mediometraggio (Joe's Bed – Stuy Barbershop: We Cut Heads, 1983) premiato con lo Student Academy Award e al Festival di Locarno. Nel 1986 ha ottenuto un clamoroso successo con il suo primo lungometraggio, Lola Darling (Premio Giovani al Festival di Cannes e Independent Spirit Award per il miglior film d’esordio), una commedia che racconta di una ragazza afroamericana indipendente che si divide fra tre amanti. Il film fu girato in dodici giorni. Ha successivamente descritto il ghetto in Fa' la cosa giusta (1989, nomination all’Oscar per la sceneggiatura), ha raccontato la vita del musicista Charles Mingus (prima grande affermazione di Denzel Washington) in Mo' Better Blues (1990, in Concorso alla Mostra di Venezia) e ha portato sullo schermo un’icona della cultura afroamericana in Malcolm X (1992), con cui Denzel Washington ha vinto il premio per la migliore interpretazione a Berlino ed è stato nominato all’Oscar. Ha poi affrontato l’amore interrazziale in Jungle Fever (1991), Premio speciale della Giuria a Cannes e premio per la migliore interpretazione a Samuel L. Jackson. Successivamente ha realizzato Crooklyn (1994), Clockers (1995, presentato in Concorso a Venezia), Girl 6(1996), Get on the Bus (1996, Menzione speciale a Berlino), il documentario 4 Little Girls (1997, presentato a Venezia in Officina veneziana e nominato all’Oscar), He Got Game (1998, presentato a Venezia in Notti e stelle). Con l’acclamato SOS Summer of Sam (1999) si è cimentato per la prima volta interamente con una comunità etnica diversa dall’afroamericana, quella italoamericana, sullo sfondo della vicenda del serial-killer Sam nell’estate newyorkese del 1977. Alternando il cinema alla regia di serie tv e documentari (fra cui A Huey P. Newton Story, presentato nel 2001 a Venezia in Nuovi territori, e When the Levees Broke: A Requiem in Four Acts, premio Orizzonti Doc nel 2006 a Venezia), ha quindi realizzato: Bamboozled (2000, in Concorso a Berlino); l’acclamato La 25a ora (2002), anch’esso in Concorso con particolare successo a Berlino, dove la critica lo ha definito fra i migliori, se non il migliore, film del regista; She Hate Me (2004, Fuori Concorso a Venezia); Inside Man (2006), suo primo film di genere, thriller “scespiriano” dall’intreccio a sorpresa su una “rapina perfetta”, con un cast d’eccezione (Denzel Washington, Clive Owen, Jodie Foster, Christopher Plummer e Willem Dafoe), che si è rivelato il suo più grande successo di pubblico; Miracolo a Sant’Anna (2008, presentato a Toronto), sulla vicenda poco nota dell’apporto dei soldati Usa afroamericani alla Seconda guerra mondiale; e il recente Red Hook Summer (2012), presentato al Sundance Film Festival.



VENEZIA, 50 I SEMIFINALISTI DEL YOUR FILM FESTIVAL 

SCELTI DA CASA PRODUZIONE RIDLEY SCOTT, INIZIATIVA YOUTUBE
(ANSA) - ROMA, 12 GIU - Sono 50 i semifinalisti di Your Film Festival, il concorso che premia i migliori video provenienti da tutto il mondo la cui finale si svolgera' a Venezia nel contesto della Mostra del Cinema. Al vincitore sara' assegnato un contratto di produzione per valore pari 500.000 dollari con la Scott Free Productions, la casa di produzione cinematografica di Ridley e Tony Scott, che partecipa all'iniziativa promossa da YouTube insieme alla Emirates e alla Mostra Internazionale del Cinema di Venezia. Alla rosa dei 50 semifinalisti - l'Italia e' rappresentata da 'Biondina' di Laura Bispuri - si e' arrivati vagliando oltre 15.000 candidature, provenienti da piu' di 160 diversi Paesi. Fino al 16 luglio la community di YouTube potra' votare i cortometraggi preferiti su youtube.com/yourfilmfestival. I voti degli utenti saranno parte integrante della selezione dei dieci video maker piu' meritevoli. I dieci finalisti partiranno alla volta dell'Italia a fine agosto per assistere alla proiezione del loro corto nel corso della 69/a Mostra del Cinema di Venezia. Il vincitore del premio finale sara' nominato da una giuria speciale, che include il regista Ridley Scott e l'acclamato attore Michael Fassbender. Il concorso, lanciato all'inizio di febbraio, invitava i video maker di tutto il mondo a creare e inviare un cortometraggio di 15 minuti su un tema a loro scelta per stile, formato e genere.




A Francesco Rosi il Leone d'oro alla carriera 2012
E’ stato attribuito al regista e sceneggiatore italiano Francesco Rosi il Leone d’oro alla carriera della 69. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia (29 agosto – 8 settembre 2012).

La decisione è stata presa dal Cda della Biennale presieduto da Paolo Baratta, su proposta del Direttore della Mostra Alberto Barbera.
                      
Francesco Rosi può essere considerato autore simbolo e innovatore del cinema italiano di impegno civile, con film – tra i molti suoi importanti e significativi – quali Le mani sulla città, Leone d’oro alla Mostra di Venezia nel 1963, Il caso Mattei, Palma d’oro a Cannes nel 1972, e Salvatore Giuliano, Orso d’argento a Berlino nel 1961.

Rosi, che il prossimo 15 novembre compirà 90 anni, riceverà il riconoscimento durante la 69. Mostra venerdì 31 agosto, in occasione della proiezione della copia restaurata del suo capolavoro Il caso Mattei (1972), restauro realizzato dalla Cineteca di Bologna e promosso dalla Film Foundation di Martin Scorsese, con il sostegno di Gucci e la collaborazione del Museo Nazionale del Cinema di Torino.

Il Direttore della Mostra Alberto Barbera ha dichiarato: "Con una lunga benché non troppo prolifica carriera, Rosi ha lasciato un segno indelebile nella storia del cinema italiano del dopoguerra. La sua opera ha influenzato generazioni di cineasti in tutto il mondo per il metodo, lo stile, il rigore morale e la capacità di fare spettacolo su temi sociali di stringente attualità. Ragione per la quale è stato ripetutamente accostato al Neorealismo dell’immediato dopoguerra e indicato come il padre nobile di quel filone di cinema impegnato che segnò in particolare gli anni Sessanta e Settanta della nostra produzione nazionale. Rispetto al Neorealismo, che pure contribuì in maniera decisiva alla sua formazione culturale, il cinema di Rosi rappresenta una decisa istanza di superamento, per la precisa volontà di mescolare una fortissima propensione a raccontare eventi, persone ed ambienti reali con quella che Fellini definì «la grande lezione artigianale del buon cinema americano». Nei confronti del cinema politico a lui successivo, Rosi vanta invece un indiscutibile merito: quello di aver sempre preferito alla semplificazione ideologica di molti suoi epigoni il durissimo lavoro di ricerca e documentazione che sta alla base di suoi formidabili capolavori come Salvatore Giuliano, La sfida, Le mani sulla città, Il caso Mattei, Lucky Luciano. Una puntuale lezione di storia che coincide con un’altissima lezione di stile, capace di fornire linfa e sostanza per gli altri suoi indimenticabili lavori, tra i quali non si possono non ricordare Cristo si è fermato a Eboli, Cadaveri eccellenti e Tre fratelli”.

"Sono onorato e molto felice di ricevere questo riconoscimento estremamente prestigioso, che è stato attribuito in precedenza a tanti grandi autori che amo e ammiro – ha dichiarato Francesco Rosi – Ringrazio il Presidente della Biennale Paolo Baratta e il Direttore della Mostra del Cinema Alberto Barbera per aver voluto ricordare il mio contributo al cinema italiano e all'arte cinematografica in generale".

Francesco Rosi (Napoli, 1922) si afferma come autore proprio alla Mostra del Cinema di Venezia nel 1958 con La sfida, che ottiene il Premio Speciale della Giuria. In quel film, girato nel mercato ortofrutticolo di Napoli, come nel successivo I magliari (1959, premiato a San Sebastián), ambientato tra venditori di stoffe e tappeti ai limiti della legalità, è già presente quel dato cronachistico che, filtrato dalla finzione drammatica, costituisce la peculiarità del suo cinema. In Salvatore Giuliano (1961), Orso d’argento a Berlino, l’uso di materiale di repertorio caratterizza uno stile da reportage giornalistico di rara efficacia, inaugurando un nuovo tipo di cinema politico, documentato e legato alla realtà più scomoda, sempre rivolto a capire il presente anche quando parte da materiali storici.
Nel 1963 Francesco Rosi ottiene la definitiva consacrazione vincendo il Leone d’oro a Venezia con La mani sulla città, film-denuncia delle speculazioni e degli scandali durante gli anni della ricostruzione e del boom economico. Torna alla Mostra di Venezia nel 1970 con un altro film di forte impegno civile, Uomini contro, tratto da Un anno sull’altopiano di Lussu, fornendo uno sguardo privo di retorica della prima guerra mondiale.
Il caso Mattei (1972), Palma d’oro a Cannes, segna il ritorno allo stile del reportage nella ricostruzione delle vicende del presidente dell’Eni (interpretato da Gian Maria Volonté, premiato a Cannes con una Menzione speciale), fino alla sua morte in circostanze mai chiarite, gettando una luce inquietante sulle connivenze tra potere politico e oscure trame destabilizzanti. Il successivo Lucky Luciano (1975), nuovamente con Gian Maria Volonté, ricostruisce gli ultimi anni di vita che il boss trascorre in Italia portando nella tomba i suoi segreti. 
In seguito, per il suo alto cinema d’impegno, Rosi si rivolge spesso a testi letterari. In Cadaveri eccellenti (1976), premio David di Donatello per il miglior film e la miglior regia, tratto da Il contesto di Sciascia, si sofferma sulla spirale del terrorismo e le compromissioni del potere. Da Carlo Levi trae Cristo si è fermato a Eboli (1979), David di Donatello per il miglior film e la miglior regia, vincitore al Festival di Mosca, premiato come miglior film straniero ai Bafta, gli “Oscar” britannici. Rosi realizza quindi Tre fratelli (1981), in cui riflette sugli anni di piombo (David di Donatello per la miglior regia e per la miglior sceneggiatura con Tonino Guerra, Nastro d’argento per la miglior regia), e in seguito Carmen (1984) dall’opera di Bizet (David di Donatello per il miglior film e la miglior regia). E’ poi la volta di Cronaca di una morte annunciata (1987), tratto dall’omonimo romanzo di Márquez (in Concorso a Cannes), Dimenticare Palermo (1990), scritto con Tonino Guerra e Gore Vidal, e La tregua (1997) da Primo Levi, in Concorso a Cannes, premio David di Donatello per il miglior film e la miglior regia.
In gioventù vicino agli esponenti della cultura napoletana del dopoguerra (Patroni Griffi, La Capria, Ghirelli), Francesco Rosi prima de La sfida si è formato alla scuola di Luchino Visconti, suo aiuto-regista per La terra trema, ed è quindi stato aiuto-regista di Michelangelo Antonioni e Mario Monicelli.

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